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La disfatta di Venezia
vista con gli occhi di: Milost Della Grazia
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Dei nobili veneziani  visibilmente molto preoccupati,  si chiedono:
<< Perché il  Doge è oggi così triste ed infelice ?  Forse per il fatto che  i turchi hanno conquistato Candia e devastato la Morea ?  Oppure la sua sofferenza è ancora legata alla nostra  perdita di Cipro? >> 
Nonostante che la flotta turca fosse stata distrutta nel 1571 nella battaglia di Lepanto, due anni dopo, nel 1573  i turchi avevano occupato Cipro, da molti anni dominio veneziano. 
Al comando di  Lala Mustafà  avevano massacrato con una brutalità estrema l’ inerme popolazione di Nicosia , qual cosa come ventimila  abitanti.  A  Famagosta la guarnigione veneziana, vista l’impossibilità di resistere, aveva concordato con il comandante turco Lala Mustafà  una resa onorevole, ma invece venne massacrata anche lei ed  il comandante, Marcantonio Bragadin, fu scorticato vivo, la sua pelle riempita di paglia  fu issata sul più alto pennone della nave di Lala Mustafà e la sua testa inviata al sultano ad Istanbul. Con Murad III  (1574-95)  e con Maometto III  (1595-1603) ebbe  inizio la decadenza dell’impero ottomano, ma con Maometto IV ( 1648-87)  l’impero ottomano ebbe una certa ripresa e  nel 1669  le forze turche riuscirono a strappare Candia (Creta) ai veneziani. Fu in quell’anno appunto che, combattendo sulla sua nave,  aveva trovato la morte  Juraj  Mladinich. 
Prima di morire, tra il 1644 ed il 1668,  questa è la parte storica mai descritta, Juraj aveva dovuto condurre in Dalmazia  una dura guerra contro le forze turche stanziate nella vicina Bosnia, che dal 1528  faceva parte dell’impero ottomano, bloccando  tutti i loro tentativi di occupare la costa dalmata, dove volevano creare una nuova  base per la loro flotta.
 Il vecchio Doge,  assorto nei suoi pensieri, ascoltò i nobili veneziani e rispose: 
 << La mia armata non è stata distrutta ed i turchi non hanno vinto >>. Come una madre disperata non riesce ad accettare la morte di un figlio e nega in modo irrazionale la tragedia che l’ha colpita, così il vecchio Doge tentava di negare  le sconfitte , con le migliaia di suoi uomini massacrati dai turchi:  <<  No,  miei nobili signori, non è vero che i turchi hanno conquistato Candia,  non è vero che hanno raso al suolo la Morea.  Sono tanto triste, sino al punto di voler morire, perché mi hanno  appena data   la terribile notizia che il comandante Juraj  Mladineo, che stava difendendo la nostra Candia, è morto in battaglia. Lui era un grande eroe, era il comandante della flotta che più volte sconfisse i  turchi, solo lui era riuscito a tagliare la testa a migliaia di turchi, per vendicare i nostri soldati da loro massacrati, le nostre donne seviziate, i vecchi inermi ed nostri innocenti bambini passati a migliaia crudelmente a fil di spada dai turchi. Era lui che difendeva le nostre terre,  i nostri mari, da levante ad occidente, lui  Juraj  Mladinich, luce splendente delle nostre spade. Chi saprà ora proteggere i  nostri mari,chi saprà mettere in fuga  i turchi, come le aquile ed i falchi fanno fuggire gli altri uccelli ? Ecco perché sono triste e piango >>
Il Doge era però un vero uomo,  sapeva comandare il suo popolo, tenendo nel suo ferreo pugno ogni situazione, per cui, finito lo sfogo, chiamò il segretario  e  gli dettò una lettera per il più anziano  del Comitato dei Nobili dell’isola di Brazza.:  << Il comandante Juraj Mladineo, nobile cittadino e  vostro amato figlio, è morto in battaglia. Gli uomini dell’isola di  Brazza  sono sempre stati degli eroi , sia che combattessero  sui mari che per terra e  quando si sono scontrati con i turchi  hanno sempre vinto. Scegliete tra di voi il nuovo comandante che dovrà guidare senza paura, come sempre fece Juraj Mladineo,  la flotta veneziana in ogni battaglia.  >>
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