parte ventunesima Gelòsu sesi, corrudu morrisi - Sei geloso, morirai cornuto. La gelosia è una malattia psicologica, che fa soffrire tanto, maschi e femmine. Il proverbio però avvisa che la troppa gelosia è spesso dettata dalla mancanza di fiducia, che si traduce in scarso affetto per l'altra persona e ciò può portare a situazioni che rischiano di creare incomprensioni. Il detto vuole significare inoltre che i sentimenti, quelli veri, non lasciano spazio ai dubbi. Gennarju pruinosu, messaiu tinjosu - Gennaio piovoso, massaio tignoso; Gennarju siccu, messaiu arriccu - gennaio secco, massaio ricco. La pioggia di gennaio impoverisce il massaio. Proprio quest'anno (2008) non ha piovuto per tutto il mese di gennaio, cioè l'ha fatto proprio secco, ma il massaio non sembra per niente più ricco, anzi! Genti cun sa genti e sa fa cun su lardu. la gente con la gente e le fave con il lardo – di maiale. “L’uomo è un animale politico - diceva Aristotele – e quindi sta bene col suo simile”. “Come le fave stanno bene con il lardo”. Genti mala no ndi morrit La gente cattiva non muore. Si dice spesso quando i delinquenti la passano liscia o la scampano sempre anche nelle situazioni più a rischio. Oppure è la normale “battuta” di chi è uscito indenne o quasi da un grosso pericolo. Genti pagu festa bella. Poca gente grande festa. Non è proprio così, ma nelle famiglie povere, anche quando sono in festa, l’abbondanza non è di turno e quindi il numero ridotto dei partecipanti garantisce la pancia più piena! Ma qualcuno dice: “Su pagu, beni pratzìu, accuntentat a tottus”! o, s’unconi pratziu s’anjulu si dho-y seidit. ( “Il poco se ben diviso accontenta tutti” o anche “il boccone diviso è benedetto”! Gesu Cristu cassat lepiris a carru...Issu si podit nai est u’ bonu cassadòri. Gesù caccia le lepri col carro… egli senz’altro è un buon cacciatore. Vedi: Curiosità “A ninnìa a ninnòra…( di prossima pubbl.) Si tratta più che altro di scioglilingua (imbàba pipìus). Ghettai de paba in coddu. Passare dalla spalla al dorso e dal dorso alla spalla. Nel caso in cui due ladruncoli, colti con le mani nel sacco, si accusano a vicenda – si dha ghettant de paba in coddu. Ghettài sa pedra e cuai sa manu. Lanciare il sasso e nascondere la mano. È proprio di chi crea zizzania e poi si toglie dalla mischia, oppure di colui che non ha il coraggio delle proprie azioni. O di chi tende trappole di nascosto, per cui si dice anche: poni “spina asùtta de ludu”! = “mettere spine (nascoste) sotto il fango”! Grài che trònu. Pesante quanto il tuono: riferito ai tuoni profondi, settembrini, che sembrano schiacciare la terra col loro incommensurabile peso. Quando, da ragazzo, rientravo dal mandorleto con nonna, che mi caricava il sacco delle mandorle sulle spalle e mi diceva: “Attuàdhu ca jei est lebiu”(“Prendilo in spalla, chè è leggero”!): io rispondevo sempre, qualsiasi fosse il peso del sacco: Ohi, ohi, nonna, esti grài che tronu”! Gratis no donant nimmancu acqua in galera. Gratis non danno neppure acqua in galera. Il tirchio risponde così quando gli si chiede qualcosa gratuitamente. Di uno straordinariamente taccagno si dice anche: “ No donat acqua a cani”! Gratzias a Deus. Grazie a Dio. Espressione usata frequentemente come risposta positiva ad una domanda o ad una affermazione. Si dice: “Gratzias a Deus su pani no s’ammancat”! = “Grazie a Dio non ci manca il pane quotidiano”! Ma si dice anche: “ Gratzias a Deus occannu puru jei nd’hat a fai de basca”! = “Grazie a Dio, anche quest’anno farà un caldo terribile”! Nel bene e nel male, tutto è grazie a Dio. È come la storia di Pantalone: “Tottu pagat Pantaloni”! Gruxis e grastus. Testa e croce. Si dice: “Issu/issa fait gruxis e grastus”! “Lui/lei fa testa e croce”! Si addatta al comportamento di uno che vuol fare tutto ed in effetti non è capace di fare neppure una parte. Oppure quando uno parla bene e male contemporaneamente della stessa persona: accusa e difesa. Si dice anche: ” Fait scarteddu e cadinu”! = “ Fa cestino e cesto”! = botta e risposta e non lascia spazio agli altri. Grussu siast che su pìccu de Mobètza. Che tu sia grosso come il macigno di Mobetza. Mobetza è una località del territorio di Gonnosfanadiga. Su piccu de Mobetza è un grosso macigno, di forma per lo più oblunga, di notevoli dimensioni. Solitamente si risponde così in rima. Esempio: a tavola, la mamma porge il pollo arrosto, suddiviso in parti, prima al marito, che sceglie la parte più appetitosa e subito interviene il bambino piccolo a protestare con l’indice puntato sul piatto del genitore: “ Deu ‘ollu cussu”! “Io voglio quello”! Ed è pronta la risposta della madre, in rima: “ Grussu siast…”! Esiste anche una diversa versione: “ Mannu esti su piccu de Mobetza”! “Grande è il macigno di Mobetza”! Quando il bambino più piccolo pretende la parte più grande: “ Deu ‘ollu su mannu”! e la madre, pronta: “ Mannu esti su piccu de Mobetza”! Jei nd’est calàu de cuàddu. È proprio sceso dal cavallo. Il detto si adatta alle persone di grandi pretese, che in poco tempo vedono cadere tutti i loro sogni, o anche nel caso di superbia punita o di orgoglio abbassato. In tanti detti sardi è perentorio l’invito a rientrare nei propri panni e soprattutto all’umiltà. Jei portas pabas mannas. Porti spalle grosse. Per dire: “ Puoi farlo, ne hai la possibilità”! Il detto si adatta alle persone che hanno notevoli possibilità finanziarie, per affrontare una certa situazione. Jei ses un'ora! Già sei un’ora! Come a dire: “Hai superato il limite”! oppure: “Sei andato fuori misura”! … ed io mi sono già stancato! Jei ses accànta, accànta. Già sei vicino, vicino…a rompermi l’anima (per non dire qualcos’altro)! Sono parole che vengono rivolte ad una persona che insiste senza ritegno. Come il precedente jei ses un’ora! |