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Dicius ovvero Detti e proverbi del Campidano di Sardegna
parte decima

Bessint is conilleddas in campu. Escono le coniglie in campo. Anche se la si vuole nascondere, la verità prima o poi esce alla luce, come le coniglie all’aria aperta.

Bessint is topis a pilu. Escono i topi all’aperto. Come il precedente. O anche in riferimento a situazioni i cui particolari riemergono, mentre sarebbe meglio dimenticare.

Bessìu de domu, bessìu de coru. Uscito da casa, uscito dal cuore. Talvolta gli affetti non durano nel tempo. Ma questa espressione  si usa soprattutto per indicare una situazione  in cui un legame si scioglie definitivamente col cessare dell’effetto. Si può inoltre riferire ad un amore di gioventù, che però non lascia segno alcuno, se non un lontano, insignificante ricordo.

Bintinoi trinta, si non coìtas d’agattas in domu. Ventinove trenta, se tardi un po’(se non vai di fretta) lo trovi a casa. È un detto di incoraggiamento (ma che non risolve niente), che si rivolge a chi si trova in grosse difficoltà. Una comare, al mercato, confidò ad una sua amica la sua grande disperazione: il marito era stato condannato a trenta anni di galera. “Bintinoi trinta – rispose la comare – se non vai di fretta lo ritrovi a casa”!

Bistida sa matzocca parrit u’ baròni. Vestito il bastone sembra un barone. (universale). È il contrario del detto: “ L’abito non fa il monaco”. Talvolta diamo più peso alla forma che alla sostanza.

Bivi po pappai o pappai po bivi. Vivere per mangiare o mangiare per vivere: un detto universale.

Bixina bona, funtana in pratza. Una buona vicina è come avere in cortile una sorgente d’acqua. Purtroppo non è facile trovare una buona vicina di casa!

Bogai a luxu; bogai a pilu. Portare alla luce, all’aria aperta. Far emergere la verità.

Boi solu no tirat su carru. Un bue da solo non tira il carro. I buoi vanno sempre in coppia con l’aratro o col carro. = u’ jù de bois = un giogo di buoi. L’espressione è riferita in modo particolare alla coppia di coniugi ed alla necessità d’intesa e collaborazione dei due nelle vicissitudini della vita e soprattutto nella educazione dei figli.

Bola cun gana. Volere con tutte le forze. Con la volontà si ottiene tutto quanto è umanamente possibile. Lo rimarcava anche  Sant’Agostino. L’accidia è la negazione della volontà.

Bolli s’ou, sa pudda, s’arriali. Volere l’uovo, la gallina, il soldo. È la presunzione delle persone che vogliono troppo, legate al proprio egoismo, e pretendono tutto nella vita con pochissimi sacrifici.

Bolli tottu setziu a cadìra. Volere tutto seduto in poltrona. L’espressione viene usata per descrivere la persona che si atteggia a padrone, ma non lo è, e pretende di essere servito dagli altri.

Bolis scarteddu o cadìnu? Ti basta un cestino, o vuoi una grossa cesta? Il padrone chiede al ladruncolo, sorpreso a rubare nel suo orto: “Ti basta un cestino, o …”? Ma questa domanda la rivolgiamo soprattutto a chi si appresta a dire “un sacco di balle”!

Bonu proi dhi fatzat! Buon pro gli faccia! Sembrerebbe una espressione di buon augurio, invece viene usata in senso contrario. Questo detto viene usato da una persona che viene imbrogliata da un’altra, soprattutto in fatto di soldi, e si aggiunge: “Chi no dhi bastit po si dhu comporai in mexìna”! Che non gli basti per comprarsi le medicine!

Braba beni insabonàda esti mesu fatta! Barba bene insaponata è già fatta a metà! Quando un lavoro viene iniziato di buona lena  e con tutto quanto occorre è già a buon punto. Chi ben comincia è già a metà dell’opera (universale). Le scelte importanti devono essere portate avanti con scrupolosa attenzione, perché spesso è difficile tornare indietro.

Bucca de fòrru. Bocca di forno. Sta ad indicare una persona che non riesce a trattenere niente di quanto le si dice,  nonostante la raccomandazione a tenere la bocca chiusa. Non è proprio dei sardi!

Buffai acqua de onnya funtàna. Bere da tutti i pozzi. È proprio delle incorreggibili pettegole, che per dare sfogo alla loro incontenibile stoltezza ascoltano da tutte “le porte” per poi spifferare, a loro modo, ai quattro venti  maldicenze e calunnie. Si adatta inoltre all’individuo che vive di stenti, alla giornata, ed arraffa quotidianamente un po’ di qua, un po’ di là.

Burricchèddu de mayu. Asinello di maggio. Il mese di maggio è detto, qui da noi, il mese degli asini (su mesi de is molèntis). Il proverbio è generalmente riferito a quelli nati a maggio. Si dice inoltre per scherzo a una donna in stato interessante, la cui gravidanza si trascina (si fa per dire) per le lunghe, in riferimento al fatto che il periodo di gestazione negli asini dura 12 mesi!


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