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Il Coro della Gioia
II complesso strumentale del Coro della Gioia, nel maggio 1972. Alla chitarra Francesco Maraschi, alla pianola Giuseppe Vimercati, alla tromba d'accompagnamento Mario Arioldi, al sax Pino Samarati, alla cornetta Angelo Bassi. 
Don Arturo Giovenzana morì  precisamente il 10 dicembre 1966; venne a prendere il posto di nuovo pastore don Alfredo Francescutto, il 25 giugno 1967. Ricordiamo qui che, secondo il Regolamento Organico dell’Oratorio, il prevosto è il direttore responsabile per diritto inerente al suo grado: a lui spetta di rappresentare l’Oratorio davanti all’Autorità ed a dirigere l’Oratorio per mezzo dell’assistente. Con don Carlo Emilio nacque, nel 1967, il Coro della Gioia, sessanta giovani e ragazzi avevano sottoscritto il programma del Coro stesso: portare a tutti un messaggio di serenità e di letizia, specialmente a coloro che soffrono. I sessanta componenti si sono divisi in musici, cantori, attrezzisti, elettricisti. E si procurarono un’attrezzatura che consentiva loro di allestire uno spettacolo musicale in ogni condizione e con la più completa autonomia. Gian Elia Prinelli ne fu il maestro direttore, istruttore, concertatore ed anche l’autore di maggior parte delle musiche eseguite con successo. Organizzativamente il Coro della Gioia era retto da un Consiglio composto da membri del Coro stesso. Non aveva ed attualmente ancora non ha fini di lucro, ma soltanto scopi culturali e filantropici. Le spese, non indifferenti, erano compensate dalla vendita dei dischi incisi: il Coro, infatti, ha al suo attivo l’incisione di diversi microsolchi. Narrare per esteso tutta la produzione e l’attività del Coro è praticamente quasi impossibile. Tra i più prestigiosi piazzamenti sono da ricordarsi quelli del concorso “La rosa d’oro” ed anche “Melegnano: parole e musica” in cui diverse esecuzioni sono diventate ariette popolari e lungamente richieste. L’esecuzione che ha riscosso successo fu “La gabbia" una rappresentazione allegorica per tre sere consecutive (al Cinema Sociale, all’Ora-torio, a San Donato). Venne, cioè, proposta l’allegoria della condizione umana schiacciata sotto l’oppressione degli “antivalori” attuali: denaro, solitudine, guerra. L’oppressione viene rotta e superata dalla forza attivizzante della fede cristiana. Vi furono impegnati oltre 40 elementi tra cantori, tecnici, orchestrali, attrezzisti. Tra i contatti e presenza ad alto livello vi fu la realizzazione di un programma religioso nel canale televisivo TVM 66, e l’incontro con il GEN ROSSO (Generazione Nuova con la batteria color rosso), nato dai Focolarini di Chiara Lubich con sede a Loppiano. Fu, dunque, il Coro della Gioia una realizzazione oratoriana di robusta dimensione, nella quale passarono moltissimi ragazzi e giovani che oggi ricordano quei tempi come i più belli della loro giovinezza: ed anche qui, è praticamente impossibile stendere un elenco completo dei partecipanti. E, stando nel settore della musica, ci si imbatte anche nel 50° del Corpo Musicale. 
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