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L'epoca di Don Carlo Emilio Leoni
Una simpatica in quadratura del Coro della Gioia ancora alle origini. Da sinistra Giordano Meda, Giorgio Boschi, Ettore Monfredini, Claudio Bertomoro, Pier
Carlo Argenedi, Silvio Leni, Fabio Nazzari, Vittorio Castelli, Luigi Bertuzzi, Eugenio Esposti, Fabio Barbieri, Marco Gallotta, Silvio Castelli. 
I caratteri specifici 
Il periodo, retto dall’assistenza di don Carlo Emilio Leoni, presenta alcuni caratteri originali rispetto al passato, ed altri, invece, tradizionali di sempre: presenza continua ed attivamente operosa dell’assistente, intesa come impegno sacerdotale e coadiutoriale prioritario; maggior interesse e diretto coinvolgimento dei genitori ai problemi ed ai compiti dell’Oratorio; nascita del “Coro della Gioia”, un complesso vocale e strumentale che avrà una sua gloriosa intensa e prolungata storia artistica; sviluppo ed affermazione dell’Unione Sportiva Oratorio Melegnano detta più comunemente USOM; nascita ed affermazione di alcuni strumenti di informazione e soprattutto del prestigioso “Fiammifero”; preoccupazione e studio per trovare ed esperimentare nuove metodologie catechistiche ed organizzative mediante il gruppo “Educatori”.
La spiritualità e la catechesi
La spiritualità fu resa attiva subito con le Giornate di Ritiro: la prima per gli Aspiranti fu discretamente frequentata. Migliore riuscita ebbe quella per i giovani a Triuggio il 17 gennaio 1967. Si insistette per l’impegno quaresimale, ma talvolta fu alquanto deludente: a proposito della Quaresima del 1970, l’assistente don Carlo Emilio notava che non era soddisfatto del comportamento dei ragazzi “né all’Oratorio né tanto meno a scuola “. Per rendere più efficiente la catechesi, d’accordo con i genitori, che incominciavano a far sentire il loro peso e la loro partecipazione e che talvolta tenevano le riunioni perfino una volta al mese, si stabilì, a gennaio 1974, di dividere i 166 ragazzi iscritti all’Oratorio con un nuovo ed originale metodo: formare due gruppi separando quelli che abitavano al di qua del Ponte del Lambro da quelli che abitavano al di là, con questa suddivisione:
prima e seconda elementare: un gruppo di quelli che stavano al di qua del fiume Lambro, ed un ulteriore gruppo formato da quelli che erano al di là;
terza e quarta elementare: due gruppi di quelli al di qua del Lambro, un gruppo con quelli al di là;
quinta elementare: un gruppo di quelli al di qua, un gruppo con quelli al di là;
prima, seconda e terza media: due gruppi con quelli al di qua del Lambro, un gruppo di quelli al di là. Come si vede, un totale di dieci gruppi.
L’incontro con i genitori era sempre tenuto in buona considerazione ed avveniva anche in presenza degli “educatori” . Nella riunione del giovedì 22 novembre 1973, l’assistente don Carlo Emilio, ebbe a dire che “la collaborazione tra genitori ed educatori è essenziale”, e questo fatto gettava le basi della collaborazione attiva tra genitori e vita oratoriana come ancora oggi si può efficacemente notare. Nacque, quindi, il “Consiglio dei Genitori”.
Il “Lungo futuro”
In questi anni si ponevano le basi per un “lungo futuro”, cioè alcuni tra giovani e ragazzi, appartenenti a quasi due generazioni, stavano più strettamente attorno all’opera dell’assistente don Carlo Emilio Leoni, in qualità di collaboratori o di futuri collaboratori. Ed ecco un elenco pratico significativo di presenza attiva o di potenzialità futura che sboccerà più tardi. Quasi due generazioni, abbiamo detto, ma ognuno di questi giovani o ragazzi si riconosceranno e ricorderanno meglio il ruolo da essi occupato in Oratorio: Piero Chiesa, Gian Elia Prinelli, Domenico Minniti, Pier Carlo Argenedi, Claudio Bertomoro, Flavio Biancardi, Arturo Boiocchi, Giorgio Boschi, Gian Mario Fogliazza, Marco Giaveri, Silvio Leni, Paolo Leoni, Ivan Marzi, Giordano Meda, Ettore Manfredini, Piero Pavesi. Ma, naturalmente, l’elenco potrebbe essere ancor più lungo se volessimo enumerare altri giovani e ragazzi che, pur in altra misura, furono tra i collaboratori o tra i più vicini all’assistente.
I gruppi
Gli stretti collaboratori di don Carlo Emilio dapprima si costituirono in “Gruppo Quattordicenni”, per rendere qualificato, nell’idea e nell’azione, il gruppo di quegli adolescenti che avevano voglia di stare all’Oratorio e che, al termine della terza media, non volevano perdere o allentare i legami che precedentemente l’amicizia scolastica in qualche modo teneva uniti tutti quanti. Questo primo gruppo fu chiamato originariamente “Gruppo degli Educatori”. E poi di anno in anno coloro che terminavano la terza media si stringevano in un loro rispettivo gruppo specifico con un loro proprio nome:
1. New Friends (1961) - I nuovi Amici
2. Young (1962) - Giovane
3. Whole (1963) - Un insieme di...
4. A. W.B. (1964) - Annunciatori e testimoni della fede.
5. Risposta (1965) - in onore all’amico oratoriano Diego Goglio che ha risposto alla vocazione sacerdotale.
6. S.TA.C. - Servitori testimoni amore concreto.
7. A.S.P. (1966) - Annunciatori Servitori della Pace.
Tra le specifiche attività di ogni gruppo era la catechesi settimanale e l’iniziativa di regolare ogni domenica l’orario e lo svolgimento delle varie attività in Oratorio. E tra le varie attività domenicali quasi sempre vi era la partita di pallone nel campetto tra due squadre che si davano la caccia: i cosiddetti “vecchi” (Arturo Boiocchi, Paolo Leoni, Gian Elia Prinelli, Giuseppe Rozzi, Mario zio di Ivan Marzi, Luigi Villa, Gigetto Robbiati) contro i “giovani” (Luciano Perversi, Silvio Leni, Pier Carlo Argenedi, Giordano Meda, Giuliano Del Sorbo, Ivano Barigozzi, Ivan Marzi).
L’attività sportiva divenne operosa perché non soltanto un buon gruppo di giovani si era dedicato allo sport, ma anche perché don Carlo Emilio aveva la tempra e la passione di giocatore di pallone con viva partecipazione alle gare. Oltre al gioco del calcio furono organizzati il baseball, la pallacanestro, la pallavolo. A titolo di esempio della vitalità sportiva citiamo quanto un brano di cronaca del marzo 1970: “Con il bel tempo sono ricominciate anche le attività sportive del nostro Oratorio. La usom basket si sta imponendo nel campionato da trionfatrice, anche se ha subito la prima sconfitta del campionato, per soli tre punti. In questa partita si è vista l’inesperienza dei giovani che sono stati lanciati quest’anno in prima squadra... La Usom calcio 3a categoria ha disputato la partita di ricupero a Salerano, ha battuto la squadra locale per due a uno. Domenica 22 marzo avrebbe dovuto incontrare in casa il Riozzo, ma la partita è stata rinviata per nebbia. Con il primo marzo anche gli juniores della Usom riprenderanno a giocare un campionato affrontando a Mulazzano la squadra locale. Agli inizi si è svolta la quarta giornata del Torneo dell’Amicizia, nella quale la squadra B ha vinto ancora una volta, mentre la squadra A è stata sconfitta al Carmine”.
La ricca fraternità gioiosa
Accanto all’attività usuale domenicale e feriale si intercalavano momenti di forte impegno collettivo e di aggregazione più vivace ed operosamente impegnativa: le gite oratoriane (a Milanello che era la sede di ritiro della squadra calcistica di serie A del Milan; al santuario di Oropa; al San Carlo di Arona; al Gardaland Zoo Safari; alla Minitalia; a Foppolo; a Monte-marzio; a Valbondione; e diverse volte anche in bicicletta come avvenne il 10 febbraio 1974 quando in numero di oltre 90 si andò al santuario di Orcagna); campeggi estivi (a Santa Caterina in Valfurva, in Val Faré, al giro dell’Umbria); partecipazione al corteo del Carnevale Melegnanese con carri allegorici (Cavallo di Troia, Dragone, Balena di Pinocchio); i campi di lavoro (i giovani ed i ragazzi si impegnavano, per una settimana in estate, alla raccolta di carta, stracci, rottame per le vie della parrocchia, facendo vita in comune all’interno dell’Oratorio; era presente ogni anno dal 1974 un missionario del Pontificio Missioni Estere: padre Alberto, padre Walter, padre Vito; la giornata di lavoro si apriva e si chiudeva con la recita delle lodi e la Santa Messa). Inoltre ecco i lavori di riparazione al palco filodrammatico ed alla pulizia del salone usato specialmente per attività “umane”: coro, teatri, scenette, pomeriggi organizzati internamente quando l’inverno era crudo; l’attività cinematografica era quasi unicamente per il divertimento dei ragazzi con film comici e di avventura. Non mancavano le cenette sociali per coloro che si erano impegnati negli spettacoli o in straordinarie attività. Tutto questo susseguirsi di vita attiva incrementava l’amicizia tra i giovani ed i ragazzi, un’amicizia che ancora oggi è forte, operativa, esemplare. Famose rimarranno le "fiaccolate” del 1° maggio ai vari santuari con massiccia partecipazione di ragazzi e genitori. Accanto all’Oratorio, a poche decine di metri di distanza, sta la chiesa dei Servi la quale serviva spesso anche per gli incontri di preghiera degli oratoriani: qui don Carlo Emilio, con ragazzi dell’Oratorio, organizzò un garbato Gruppo di chierichetti per il decoroso servizio liturgico. Continuava, ovviamente, la celebrazione annuale della festa patrona/e alla terza domenica di settembre, che rappresentava uno dei momenti forti della vita oratoriana. A titolo di esempio, nel 1969 la festa patronale vide le funzioni religiose, i giochi collettivi, la vendita di palloncini e di giocattoli, la lotteria, il teatro e le varie offerte per lire 43.000. Questo “pianeta” Oratorio, intenso di attivismo, era anche ben inserito negli orientamenti diocesani con l’iscrizione alla Federazione Oratori Milanesi (F.O.M.).
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