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Il 1927
È la filodrammatica che iniziò il nuovo anno con diverse rappresentazioni. Fu invitata anche la Compagnia milanese “Arte nascente” che portò sulle nostre scene il dramma “I due forzati” molto gradito dal pubblico al punto tale che moltissimi non trovarono più alcun posto disponibile. Il 30 gennaio e nella prima settimana di febbraio si sono avute cinque rappresentazioni del dramma “Il Cavaliere dell’amore” in cui si riproducevano i fatti più importanti della vita di San Francesco. Per il venerdì santo fu organizzata una nuova iniziativa: la visita ai cosidetti sepolcri nelle diverse chiese di Melegnano dopo la via crucis collettiva. Intanto si erano consolidate le posizioni del governo centrale fascista e con il Regio Decreto del 24 marzo 1927 si disponeva che per il 3 aprile dovessero del tutto cessare tutte le Amministrazioni Comunali ancora in funzione. Ciò significava che da quel momento le discussioni politiche e la dimensione democratica che aveva suscitato discussioni, partecipazioni, attivismo anche da parte dei giovani e dei non più giovani dell’Oratorio erano finite perchè proibite. Un bello spettacolo ha offerto la Compagnia milanese “Arte Nascente” con il dramma educativo “Passa la rovina” la metà di maggio. Il seme vocazionale rifiori l’11 giugno: padre Angelino Bianchi del Pontificio Istituto Missioni Estere ricevette l’Ordinazione sacerdotale. La domenica seguente: grande festa per lui a Melegnano ed al suo Oratorio. In serata nel salone fu rappresentato il dramma missionario “Raggio di sole” mentre si svolgeva anche la commemorazione di un altro missionario melegnanese, padre Francesco Saverio Bianchi, morto ad Hong Kong venticinque anni prima. E la festa sacerdotale si ripetè ancora alla Giornata dedicata al Sacro Cuore con la Messa all’Oratorio celebrata dal novello missionario, in quella cappella dove aveva pregato fin dai primi anni della sua gioventù. A settembre, la giornata di sole favorì la festa patronale e l’Oratorio fu “visitato da una vera fiumana di popolo, che si soffermò ad applaudire il concerto tenuto dalla brava musica San Giuseppe...".  Una nota di mestizia al mese di novembre: moriva Bambina Frigerio, madre dell’assistente don Mario Ferreri. Il giorno dell’Immacolata era ormai nella tradizione oratoriana: il cappuccino padre Bernardino Teodosio tenne il triduo preparatorio, e nel giorno della festa durante le funzioni solenni furono creati altri novelli cooperatori. Per tutto il 1927 l’Unione Giovani si fregiò del titolo dedicatorio “Domenico Savio”, nel 70° della morte di questo giovane allievo di don Bosco. Ma il 1927 fu un anno assai intenso di attività, alcune usuali di ogni anno, altre invece piuttosto particolari. Ne diamo qui un elenco esemplicativo:
Gennaio - Festa sociale per ricordare la data di fondazione (che in realtà fu, invece, la domenica 12 novembre 1911).
Febbraio - Commemorazione del card. Ferrari. Festeggiamenti alla Reliquia del Teschio di S. Luigi, in cui tutta l’organizzazione e la direzione della festa stessa venne affidata ai giovani, per un lavoro di oltre un mese.
Marzo - Conferenza dell’avvocato Cornaggia Medici.
Aprile - Giornata dei coscritti.
Maggio - Seconda conferenza dell’avv. Cornaggia Medici. Pellegrinaggio annuale a Caravaggio.
Giugno - Festa per il novello missionario Angelo Bianchi.
Settembre - Terza conferenza dell’avv. Cornaggia Medici. Commemorazione di don Michele Spinelli.
Ottobre - Festa della Buona Stampa.
Dicembre - Festa del Natale benefico.
Ed inoltre: adunanze settimanali; raccolta Obolo di San Pietro, Pro Missioni, Pro Università Cattolica; settimana Esercizi a Tregasio; attività propagandistica in zona con F. Marchesi, Francesco De Bernardi, Rinaldo Maraschi; ricostituzione organica della sezione Buona Stampa per diffondere maggiormente il giornale “L’Italia”; “L’Azione Giovanile” e “Il Pinuccio”; maggior specificazione della Gioventù maschile in effettivi e in aspiranti.
E nel 1929 sarà introdotta la Festa del distintivo con il passaggio degli aspiranti a soci effettivi.  Il governo fascista aveva ordinato lo scioglimento della Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane, cui aderiva anche la nostra “Virtus et Labor”.  Alcuni dei più anziani ginnasti ancora attivi ed altri più giovani ma validi sportivamente, convinti che non avrebbero più potuto svolgere la loro attività per un quasi certo scioglimento della “Virtus et Labor” imposta dall’alto, diedero le dimissioni e fondarono l’Unione Sportiva Melegnanese. Fu un grave colpo per l’Oratorio. Rimasero pochissimi elementi e non si disperarono. L’assistente don Mario Ferreri, esemplare e deciso, colto e caparbio, con l’aiuto di Luciano Bottani ricominciò da capo tutto il lavoro. In pochi mesi la società ginnastica fu ricostituita, forte di 25 soci, ed attorno alla società “Virtus et Labor” si schierarono parecchi benefattori.
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