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Il XXV° di fondazione
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1912 - L’anno del 25° di fondazione.
Ancora di scena la biblioteca: essa ha aderito alla Federazione delle Biblioteche Cattoliche (erano 561, di cui 31 in Milano). Gli abbonamenti alla lettura costavano una lira. Nel passato anno 1911 la biblioteca aveva distribuito 1720 volumi. Accanto alla biblioteca è da segnalare la collaborazione dei giovani oratoriani con la Commissione della Stampa Cattolica, che era una delle attività del “Circolo San Maurizio Pro Fide et Patria”. Nel 1911 si erano venduti (giornalmente e alle feste) queste pubblicazioni:
Unione copie 15890
Popolo Cattolico copie 1600
Pro Familia copie 1185
Voce operaia copie 1300
Voce del povero copie 720
Il Mulo copie 657
La Semente copie 300
L'Eco degli Oratori copie 240
Il Resegone copie 312
La Campana di Melegnano copie 9600
Un grande oratoriano, Edoardo Pisati, era il segretario del Circolo San Maurizio Pro Fide et Patria: i legami non potevano essere più stretti tra Oratorio e Circolo. La sezione filodrammatica non stava nell’inerzia: in febbraio si tennero diverse rappresentazioni del dramma “Silvio Pellico” e del dramma pure storico "Le Pistrine, ovvero l’ultima ora del paganesimo in Roma”. Ma gli sguardi e gli interessi del mondo cattolico melegnanese stavano appuntati sulla neo Unione Giovani Cattolici: essa partiva bene, con buone attività (festa al 6 gennaio; lezioni gratuite di francese; scuola di musica; adunanze e conferenze sulla storia ecclesiastica e su motivi apologetici). L’assistente, don Giovanni Sala, mentre seguiva giornalmente il suo Oratorio, non trascurava l’impegno di consigliere comunale. In una seduta del Consiglio Comunale, con una sua calorosa proposta, fece votare un sussidio straordinario per le famiglie dei militari richiamati o partecipanti alla guerra per la conquista della Libia. Del resto, l’Oratorio era sensibile ai problemi amministrativi e politici. Per qualche Convegno politico era sempre richiesto il Salone dell’Oratorio maschile, come avvenne il giorno 22 aprile quando ebbe luogo un Convegno diocesano in cui il politico cattolico Stefano Cavazzoni spiegò la nuova legge elettorale e la posizione dei cattolici di fronte ai problemi ed alle condizioni dell’Italia. La filodrammatica marciava bene: rappresentò più volte, in primavera, il dramma “Il figliuol prodigo “: “in tutte le ripetizioni assistette attento il pubblico...” così la cronaca, mentre la “Virtus et Labor” partecipò al concorso di Lugano nel mese di luglio guadagnandosi la corona di alloro.
Mesi, dunque, ricchi di avvenimenti. L’Unione Giovani filava diritto con conferenze culturali (era praticamente un vero Circolo culturale), e nel mese di luglio ecco una novità: il novello sacerdote don Mario Baraggia fu assegnato come Assistente dell’Oratorio. E ce n’era bisogno, sia per la domenica sia per l’Oratorio feriale nelle vacanze estive. Ma occorre fermarci ad ascoltare la cronaca del 25° di fondazione dell’Oratorio, e stralciamo alcuni brani:
"L’anima bella e generosa di don Pietro Gaggia, nostro concittadino, assecondata dallo zelo illuminato dei prevosti Albanesi ed Orsenigo, appoggiata dai curati Besozzi e Gittardi, tutti d’indimenticabile memoria, gioiva nell’esultanza comune il 26 settembre 1887, inaugurando con una modesta accademia il salone dell’Oratorio Maschile e l’annesso cortile di ricreazione. I voti e le promesse di quel giorno non caddero in terreno arido nè ingrato, ma bensì trovarono gradatamente mezzi, persone, circostanze, che ne resero possibile lo svolgimento e l’attuazione; ed oggi, dopo venticinque anni, dobbiamo veramente esclamare con tutto l’entusiasmo della riconoscenza e dell’affetto: Te Deum laudamus! Quoniam confirmata est super nos misericordia eius!.
“I più vivi ringraziamenti presentiamo a tutti quanti coll’opera, colle offerte, coi consigli e sempre col desiderio del maggior bene, ci hanno aiutato ed assistito. Ai benefattori, ai cooperatori, ai confratelli tutti, grazie, grazie, grazie di cuore!” “Ed avanti, avanti sempre nella via del bene, nella propagazione della buona novella, della sana e cristiana educazione! Avanti! Excelsior! Excelsior!”. La festa del 25° si celebrò il 29 settembre: solenni funzioni religiose, apparature straordinarie, pesca di beneficenza con 8000 numeri, presenza di numerosi sacerdoti, cena sociale la sera del lunedì con numerosi brindisi di augurio. Il cardinal Ferrari, che aveva promesso la sua presenza ma che fu impedito all’ultimo momento, inviò una lettera con queste parole: 
"Arcivescovado di Milano, 25 settembre 1912. Rev. Signor Prevosto.
Mi è tornato assai gradito l’annuncio della festa solenne che sarà così celebrata domenica prossima, ricorrendo il XXV° di fondazione di codesto Oratorio maschile. Era ben giusto che codesta illustre borgata si apprestasse a celebrare con particolare solennità quest'anniversario per manifestare quanto sia stata benefica l’opera dell’Oratorio nell’educare i figli suoi ad ogni più nobile e cristiana virtù, ed insieme per esprimere la sua gratitudine a quanti diedero vita a codesto Oratorio e lo sostennero con perseverante sacrificio. Sono sempre poi cari i ricordi della prima gioventù; ed io sono ben certo che tale doverosa commemorazione sarà ancora oltremodo cara ai buoni Melegnanesi, che hanno la loro fanciullezza vissuto nell’Oratorio, intrecciando colla storia sua quella degli anni più belli di loro vita. Tutti in sì fausta occasione rammenteranno la buona e pia educazione ricevuta, rievocheranno le dolcezze e le soavità della vita giovanile là trascorsa nel timor di Dio e nell’innocenza, e non mancheranno quelli che si sentiranno dolcemente attratti più cristiani e santi. Così lieta e feconda di frutti di grazia e di fede riesca per Melegnano la festa del XXV° dell’Oratorio: è questo il mio fervido augurio, mentre di gran cuore a Lei Rev. mo Sig. Prevosto, al suo clero, ai Superiori e cooperatori dell’Oratorio ed a tutti i giovani che lo frequentano ed al buon popolo di Melegnano affettuosamente imparto la Pastorale Benedizione.
Aff. In G. C.
firmato Andreas C. Card. Arch. “.
Per l’occasione del 25° a Pellegrino Origoni furono consegnate le fotografie del papa Pio X e del Cardinale di Milano, con i loro autografi, in artistiche cornici. L’attività oratoriana non ha soste: nei giorni 14, 15 e 17 ottobre la filodrammatica si produsse con il dramma medioevale “Pagina rossa “, con la commedia psicologica “A Montecarlo” e con la farsa brillantissima “C’entro io?”, mentre la “Virtus et Labor” presentò una nutrita accademia. Intanto la Schola cantorum si rinnovava sotto la direzione di don Gaetano Ratti e di don Mario Baraggia, perchè “essa si applicherà anche allo studio del canto fermo tanto raccomandato da S. Eminenza, e perciò si applicherà subito a preparare per la solennità dell’Immacolata una Messa popolare, da apprendersi anche dal popolo, secondo le recenti liturgiche prescrizioni...”. Tutto sta ad indicare un fervore di opere ed una volontà di presenza popolare. Non a caso proprio in questo periodo stava sorgendo l’Unione di mutuo soccorso tra le Associazioni religiose maschili della Parrocchia di Melegnano “, e già alla fine di ottobre funzionavano le Scuole serali per iniziativa dei Circolo San Maurizio, di cui abbiamo già parlato. Tutto era nel contesto sociale del risveglio culturale, anche in settori apparentemente secondari: basti dire che in Melegnano, con il 1° di ottobre, incominciò pure a funzionare il Primo Corso di educazione ed economia domestica, organizzato dal Comizio Agrario di Milano, presso le Suore Domenicane di via Piave; tale corso andava ad affiancarsi al Corso di meccanica agraria indetto per i contadini di Melegnano dal Comizio Agrario di Milano. Erano del resto interventi, a nostro parere, provvidenziali dal momento che, secondo i dati del Censimento del 1911, su 6027 residenti nel Comune di Melegnano, si sono dichiarati analfabeti 1003, pari al 16,6 per cento (15,2 per cento dei maschi ed il 18 per cento delle femmine). Alla fine del 1912 la biblioteca dell’Oratorio segnalava di aver distribuito nel corso dell’anno 2072 libri. E così si chiudeva anche il 1912 con i giovani, con i ragazzi santificati dagli esercizi spirituali ormai diventati una tradizione annuale nei giorni di S. Ambrogio e dell’Immacolata, predicati da P. Aurelio Cappuccino.
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