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L’autunno
1909
Finiva l’estate ed il settembre riportava il movimento dei ruoli: all’Arena di Milano si portò una comitiva di oltre 80 cooperatori e ragazzi per visitare l’esposizione degli Oratori milanesi e per assistere alla lunghissima sfilata ed agli esercizi collettivi dei ginnasti. Ed a settembre si ripresentava, il giorno 19, la festa patronale dell’Oratorio. Togliamo dalla cronaca: "L’Oratorio fu frequentatissimo tutta la giornata massime nella sera, per l’illuminazione fantastica e per il concerto della Musica “Giuseppe Verdi “ La Schola cantorum eseguì benissimo le parti della Messa e dei Vesperi La Pesca di beneficenza ebbe esitati 5000 numeri...". Intanto venne diffuso un manifestino con la scritta: Biblioteca Popolare dell’Oratorio Maschile S. Giuseppe, Melegnano. Aperta nelle ore pomeridiane di tutti i giorni festivi. Recentemente arricchita di nuovi e interessanti volumi Abbonamento annuo lire 1. Tassa ordinaria ogni volume per un mese centesimi 5. Ed ancora la “Virtus et Labor”, il 17 ottobre, in occasione dell’inaugurazione della nuova Scuola in Via Cavour e la posa della lapide a Clateo Castellini (esiste tuttora su una parete del corridoio) si produsse in un’accademia ginnica. Da parte sua l’assistente, don Giovanni Sala, tenne una conferenza sull’esistenza di Dio al Circolo San Maurizio il 21 novembre, accanto ad altri relatori sul tema del lavoro, della ricchezza e della cronaca del tempo. Si chiudeva il 1909. 1910 l'Oratorio cammina bene Agli inizi del 1910 si fece il bilancio della biblioteca: durante il 1909 furono distribuiti in prestito 1575 volumi. Ma il mese di gennaio era propizio per le recite. Furono presentati il dramma ‘Manuelito Gonzales” e l’operetta “Crispino e la comare” (24, 25 e 27 gennaio). Tra gennaio e febbraio ecco il dramma “Flemma e furia”, l’operetta “Il Casino di campagna”, il dramma “I piccoli Savoiardi” e la farsa “Il gobbo nella cesta”. Febbraio fu dedicato alle Quarantore predicate dal parroco di Casalmaiocco don Abramo Castellazzi. Ed a marzo si acquistarono oltre cento volumi per la biblioteca. Al bel mese di maggio (17, 19 e 23) la Schola cantorum e la filodrammatica si unirono per la rappresentazione dell’operetta “Il falco di Calabria”. Ma la rappresentazione deve essere stata poco frequentata, perchè la cronaca dice: “... dinnanzi ad un pubblico se non numeroso, però scelto...”. Un’ora di dolore cadde sull’Oratorio il 23 giugno: moriva il grande amico dell’Oratorio e della “Virtus et Labor” don Enrico Tavazza, nato a Melegnano il 24 agosto 1879, coadiutore prima a Boffalora d’Adda, e poi in ritiro privato in Melegnano per la salute cagionevole, e quasi quotidianamente e silenziosamente attivo all’Oratorio. Ma la preghiera divenne la consolazione: nella seconda domenica di luglio si celebrò con solennità la Festa di San Luigi Gonzaga, patrono della gioventù. La vita interna dell’Oratorio non impedì le presenze in settori cittadini importanti: nelle elezioni amministrative del 24 luglio Pellegrino Origoni riuscì capolista con voti 274 e lo stesso assistente don Giovanni Sala fu eletto consigliere comunale. Accanto a loro stavano anche gli oratoriani Felice Barbieri, Luigi Bellomi, Edoardo Broggini, Pietro Caminada, Giacomo Del Corno: sette su venti consiglieri. Al caldo mese di luglio la “Virtus et Labor” al concorso regionale di Rapallo riuscì seconda su oltre trenta Società. Al ritorno in Melegnano i 15 ginnasti furono accolti con la fiaccolata e la musica. Intanto si apriva l’Oratorio feriale, già funzionante in anni passati e poi lasciato per alcuni altri anni. Ed ecco la festa patronale di settembre, descritta come ‘festa popolare”. La cronaca dice: “... La proverbiale generosità dei melegnanesi e l’affetto loro all’istituzione ebbero una novella conferma nelle offerte e nel totale smaltimento in poche ore della ben ordinata Pesca di beneficenza, ricca di 5000 doni in gran parte offerti dalla cittadinanza”. In ottobre si ritentò ancora la rappresentazione dell’operetta “Il falco di Calabria” ed anche questa volta fu un mezzo insuccesso dovuto alle serate assai fredde e piovose. Il grande animatore della filodrammatica era don Giovanni Sala, l’assistente dell’Oratorio, facilitato anche dal fatto che era melegnanese e conosceva abbastanza bene l’indole personale e la taglia umana degli attori o di chi voleva recitare. L’anno 1910 si chiudeva asceticamente: nei giorni di S. Ambrogio e dell’Immacolata circa 200 ragazzi e circa 60 cooperatori fecero gli Esercizi spirituali, predicati da padre Marco Burzi di Bologna, missionario apostolico. Alla fine fu distribuita una medaglia-ricordo, ed i cooperatori si raccolsero nel salone del teatro per un pranzo sociale di... ringraziamento. La biblioteca popolare dell’Oratorio faceva sapere che nel 1909 furono letti 1847 libri. |
tel. 02 9837517 Melegnano Via Castellini, 27 |