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Il 19 marzo 1893 l’Oratorio maschile si diede un suo Regolamento Organico, stilato sugli indirizzi delle Regole dell’Istituto dell’Oratorio di San Filippo Neri del 1565, delle Regole delle Scuole della Dottrina cristiana istituite da San Carlo Borromeo, e della revisione fatta da don Filippo Allievi. Nell’introduzione al Regolamento è esposto lo scopo dell’Oratorio: “Lo scopo di questo Oratorio è tutto religioso e morale: è quello di far santificare la festa al maggior numero possibile di giovinetti coll’impedire che questi in tali giorni si sbandino per le piazze preda dell’ozio e della corruzione; per istruirli anche nei doveri di religione e formare così dei veri cristiani ed onesti operai”. Il Regolamento Organico puntava ad un Oratorio saldamente costruito e bene organizzato. Esso si articolava in cinque punti. 1) I mezzi stabiliti con i quali l’Oratorio si mantiene. 2) Le pratiche di religione in cui si occupa l’Oratorio per la santificazione dei giorni festivi, e tutto quanto sia necessario per attirare la gioventù ed a farla perseverare in Oratorio. 3) L’orario che regola l’Oratorio nei giorni festivi. 4) Il personale necessario a ben dirigere l’Oratorio e sue attribuzioni. 5) La regolata divisione dei confratelli (i ragazzi) in varie classi. Contemporaneamente fu istituito il gruppo dei Cooperatori, ammessi all’età di 18 anni: essi erano considerati, per Regolamento, i superiori di tutti i ragazzi e come tali dovevano essere rispettati, ed in chiesa occupare posti distinti. I loro compiti consistevano nel ricevere ed eseguire le incombenze affidate loro dall’assistente o dal prefetto: vigilanza sui ragazzi in chiesa, in cortile ed anche in strada, e partecipazione all’assemblea mensile sui problemi e sui bisogni dell’Oratorio. Si diede figura “giuridica” al prefetto, il principale superiore laico dell’Oratorio, eletto dal direttore (il parroco) e sentito il parere dell’assistente (il sacerdote incaricato appositamente per l’Oratorio). Il prefetto era il presidente di tutte le attività. Rappresentava l’Oratorio davanti al pubblico riguardo alla disciplina. Si occupava, con l’Assistente, dell’accettazione dei ragazzi e della loro promozione alle classi superiori. Presiedeva all’Ufficiatura ed alla Dottrina cristiana. Doveva essere in Oratorio il più frequentemente possibile. Con lui vi era pure un Vice prefetto. Una carica importante era quella del Cancelliere, eletto dall’assistente e dal prefetto. Doveva tenere tutti i registri e le scritture, custodire gli oggetti preziosi, somministrare il necessario per la ricreazione e per la pratica di pietà, pubblicare gli ordini per i cooperatori, distribuire i gradi per le vincite dei ragazzi ai maestri, distribuire i biglietti della Confessione. Per tutta la vita, insuperabile cancelliere fu Pellegrino Origoni. Tra i superiori dell’Oratorio vi erano il Pacificatore, i Sorveglianti alle cariche, i Maestri di catechismo, questi ultimi avevano anche l’incarico di avvisare i genitori qualora il loro figlio si fosse assentato senza giustificazione per qualche domenica dall’Oratorio. Per il tempo della ricreazione vi era l’Ispettore dei giochi, ed i giochi permessi erano: bocce, carte, ossi o birilli, dama, tavolette, oca, assalto, domino, lotteria, tombola. E, come parte a sè stante, fu creata anche la Pia Società dei Benefattori. Come ben si vede, l’Oratorio si era data una struttura organica e coordinata, cioè metteva le fondamenta solide per il lunghissimo cammino che la Provvidenza gli affidava. I fondatori furono uomini di fede salda come il diamante, e l’Oratorio poteva ben dire a questo gruppo di pionieri: “Tu sei la mia roccia e la mia fortezza “. L’Assistente e la sua importanza Secondo il Regolamento organico il compito fondamentale è quello di rappresentare il direttore in tutte le cose riguardanti lo spirito e la disciplina. Ascolta la confessione di quelli che spontaneamente a lui si dirigono. Regola la cateehesi e determina quando si deve insegnare; tiene i contatti e le riunioni con i cooperatori. Presiede alle pratiche di pietà e sorveglia la ricreazione. Con la debita prudenza sorveglia tutti gli incaricati e si tiene informato se tutti fanno il loro dovere. Perciò è suo dovere esaminare tutti i registri che sono in Oratorio ed in segreteria. Deve essere pronto ad accogliere come amico ogni incaricato o cooperatore che a lui si rivolga per prendere consiglio, suggerendo a ciascuno quei provvedimenti atti a mantenere il vero spirito di carità fraterna. E in suo potere intromettersi come arbitro e come mediatore in ogni questione che sorga tra le varie componenti dell’Oratorio, cercando però di salvare sempre in faccia agli inferiori il rispetto dei Superiori. Nelle “dissenzioni e dispareri” come angelo di pace usi della preghiera e della autorità che ha per far rivivere la buona armonia. Era questo il profilo dell’Assistente e dei suoi impegni secondo la lettera e lo spirito del Regolamento Organico del 19 marzo 1893. |
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