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![]() Un’altra notizia sull’Oratorio maschile si ha il 14 maggio 1855 in una lettera dei sacerdote Ferdinando Saresani, melegnanese, diretta alla “Onorevole Amministrazione dei Luogo Pio Elemosiniero di Melegnano. La lettera ha questo testo: “Nutrivasi già da qualche tempo il desiderio di togliere, se non in tutto in parte almeno, ai disordine ed alla divagazione un (ma deve essere una) turba di giovanetti, che malcurati dai propri parenti, invece di recarsi alla Chiesa nei giorni festivi, si sbandano per le contrade, o vanno a guasto per le campagne. Spuntò finalmente un epoca fortunata, e questo desiderio, che era pur quello di tutti i buoni, e favoreggiato dalla stessa Sua Eccellenza l’Arcivescovo di Milano, potè essere attuato mediante la carità d’un anima generosa, che alle belle parole d’incoraggiamento, aggiunse (sic!) i mezzi di provvedere quant'era d’uopo all'inaugurazione dell’Oratorio pei fanciulli. L'oratorio fu difatti aperto sul finire del prossimo scorso anno, una buona quantità di ragazzi lo frequentano nei giorni festivi, e il tutto lascia a sperare che si avvierà a seconda dello scopo previsto. A quest’uopo però una sola cosa mancherebbe, e della massima importanza, qual sarebbe la presenza d’un pio Sacerdote, che assistesse di continuo ad un'opera così santa, ed informasse col proprio esempio fanciulli, tanto in chiesa nel tempo delle analoghe ufficiature, quanto nel tempo della ricreazione. Ma come corrispondere a questo sacerdote una giusta ricompensa al Sacerdote medesimo? Questa è un'opera, che lo scrivente troverebbe riserbata a quella pietà, che sì luminosamente distingue l’Onorevole Amministratore di questo Pio Luogo, e potrebbe effettuarsi col suo benigno assenso alla d’una parte di que’ legati che gravitano sul Pio Luogo stesso, e che per altro, per una fortunata combinazione, dovrebbero adempirsi nella stessa Chiesa del Carmine di questo Borgo, dove fu inaugurato il menzionato Oratorio. Fiducioso che i propri voti saranno esauditi, lo scrivente, coi sensi della più sincera stima si rassegna. Melegnano lì 14 Maggio 1855. Servo devotissimo Prete Saresani Ferdinando Curato e Vicario Spirituale di Melegnano “. A questa lettera, che era stata indirizzata all’Amministratore dei Luogo Pio Elemosiniero, ne seguì un’altra, dello stesso sacerdote don Ferdinando Saresani, e che fu questa volta indirizzata all’arcivescovo di Milano, Bartolomeo Carlo Romilli, in data 19 ottobre 1855. Nella lettera si chiedeva che l’importo di soldi pagato per 346 Messe annuali, che dovevano essere fatte celebrare dal Luogo Pio Elemosiniero, fosse nuovamente suddiviso sulla base di lire quattro per ogni Messa, e che metà di queste fossero per il sacerdote assistente. La supplica ebbe esito positivo: l’arcivescovo di Milano, Bartolomeo Carlo Romilli diede il suo assenso in data 19 ottobre 1855. Un inizio oratoriano, dunque, eroico, modesto e pionieristico per la gioventù maschile melegnanese. Ma il valore dell’istituzione fu grande come si vedrà nella prospettiva storica. Il coraggioso sacerdote don Ferdinando Saresani nel 1862 quando partì da Melegnano per la parrocchia di Burago Molgora lasciò in eredità al suo paese nativo un tesoro ed un esempio di sapienza cristiana. Il popolo di Melegnano (4015 abitanti in 1044 famiglie) apprezzò subito l’iniziativa e molti padri di famiglia diedero la loro opera di assistenza e di insegnamento della dottrina cristiana che, organizzata già nelle diverse chiese melegnanesi ai tempi di San Carlo Borromeo, aveva una lunga tradizione di classi, di consigli direttivi, di maestri e di iscritti. Poco tempo dopo, don Stefano Bersani, melegnanese, si ritirò qui, a casa sua perchè malaticcio, e scelse l’impegno di unirsi all’assistenza della gioventù. Volle il trasferimento della sede dell’Oratorio presso la chiesa di San Pietro, nella considerazione che essa era in una zona più centrale. Inoltre don Bersani fondò la Compagnia di San Luigi Gonzaga, per il servizio all’altare come gruppo di ragazzi scelti e maggiormente istruiti nella liturgia, con una propria uniforme nelle grandi occasioni. Intanto maturava l’idea di avere una propria sede. Nel giugno 1866 fu composta una commissione per studiare e trovare i mezzi finanziari e acquistare il terreno. La commissione lavorò a lungo, ma fu ancora una volta l’intervento di tre sacerdoti a decidere. |
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