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La nomina del prevosto Stefano Caimi (1602-1607) è stata molto
rapida: la successione avvenne soltanto dopo circa venti giorni, perché
il neo prevosto amministrava il suo primo battesimo il 16 febbraio 1602
ad una bambina che ebbe il nome di Gerolama, figlia di Giovanni Antonio
Fami. Il prevosto Caimi trasformò la cappella della Concezione (quella
che ora sta in fondo alla chiesa e che ha il quadro del Battesimo di Cristo
del pittore Bergognone) in battistero, lì dove nel 1493 era stato
eretto un altare in onore all’Immacolata Concezione.
Con il prevosto Caimi nei registri dei battesimi, il primo della serie è del 1564, si incomincia a scrivere gli atti nella lingua italiana e non più in quella latina, e dal giorno 13 febbraio 1603 si scrive totalmente in italiano. Sui registri di matrimonio egli talvolta si firma anche con il titolo di “vicario foraneo”. Già abbiamo detto chi erano i vicari foranei. Qui aggiungiamo che “vicari” nella Chiesa in genere si chiamano quegli ecclesiastici che sono dalla competente autorità costituiti a fare le veci, sia nella celebrazione dei sacri ministeri, sia nell’esercizio della giurisdizione tanto di un vescovo quanto di un altro prelato o anche di un semplice beneficiato morto o assente o impedito. |
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