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Massimiliano Pusterla (1607-1638) esercitò la prevostura per
oltre trent’anni e morì all’età di anni 81. Fu nominato Protonotario
apostolico, una carica che in origine dal 1400 designava coloro che nella
Curia romana registravano gli Atti emanati, ma che in seguito fu anche
una designazione onorifica con certi privilegi di abito ecclesiastico diverso
ed una preminenza nelle assemblee. Massimiliano Pusterla fu il prevosto
che progettò e iniziò i lavori per il cambiamento stilistico
della chiesa di san Giovanni con ornati di gusto barocco arrivati fino
a noi. Egli ebbe la Visita pastorale dell’arcivescovo Federico Borromeo
nel gennaio 1621 ed eseguita con il Vicario generale della diocesi ambrosiana.
Un’opera artistica che arricchì la chiesa di san Giovanni per volontà
del prevosto Pusterla è il coro ligneo costruito nel 1635 dall’artigiano
Giovanni Scoto (o Scotti). E formato da scanni di noce e diviso in due
ordini: il primo è più eminente e resta appoggiato alla parete,
suddistinto in diciotto posti più uno in centro per il prevosto;
gli schienali sono tra loro separati da un cherubino scolpito con finissimo
intaglio su una colonnetta scanalata con base e capitello ionico che sostiene
l’architrave e il cornicione. Il secondo ordine più basso di forma
più semplice serviva per i sacerdoti con grado minore o con nessuna
responsabilità pastorale diretta che intervenivano alle cerimonie
nei giorni festivi e nelle solennità. Il coro del 1635 rimane tuttora
come un prezioso patrimonio artistico. Il prevosto Pusterla visse al tempo
dell’arcivescovo cardinale Federico Borromeo e del suo successore cardinale
Cesare Monti. Il primo fu un pastore di grande capacità e zelo;
il secondo visitò tutta la diocesi, tenne tre sinodi diocesani,
ristampò i testi liturgici ambrosiani.
La Peste e il voto della comunità melegnanese Nel 1630 scoppiò la peste e si diffuse in tutta la Lombardia, nel Piemonte, nella Liguria, nell’Emilia e nella Repubblica di Venezia. La comunità di Melegnano fece un voto solenne di celebrare con fasto liturgico, dal 1630, la festa della decollazione di san Giovanni Battista per ottenere grazie speciali contro il terribile male. Un documento del 1693 ricorda bene questo voto: “Nell’anno 1630 dalla magnifica Comunità di Melegnano fu fatto voto pubblico di solennizzare il giorno della Decollazione di San Giovanni Battista per grazia speciale ottenuta da Dio e dal medesimo santo dal male contagioso, e sempre s’è osservato con apparato sontuoso della chiesa collegiata con l’esposizione di tutto l’argento sopra l’altare, suono di tutte le campane, musica esquisita, panegirico, messa in canto, vespero solenne, con l’intervento di tutto il capitolo e il clero, come si è sempre praticato dal suddetto anno sino al presente”. La festa con la sua preparazione e il suo svolgimento era affidata agli assessori comunali, quattro cittadini melegnanesi che dirigevano l’amministrazione civica; essi pure mandavano gli inviti ufficiali alle principali autorità del paese per la partecipazione alla festa e la sua migliore riuscita. |
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