Mentre
la prepositura era vacante i responsabili laici incaricati della elezione
si radunarono per scegliere il nuovo prevosto. Il testo, come un verbale
di nomina, è assai interessante per conoscere i rapporti tra la comunità,
il prevosto e le necessità della chiesa di san Giovanni. Noi qui
ne diamo la traduzione in italiano: “Nel nome del
Signore. Nell’anno dalla sua natività mille cinquecento tre, indizione
settima, giorno di venerdì ventidue del mese di dicembre.Essendo
vacante la prepositura della chiesa di san Giovanni Battista della terra
di Melegnano, del ducato di Milano e della diocesi milanese, per la morte
del venerabile religioso signor presbitero Giovanni Rancati già ultimo
ed immediato prevosto della detta chiesa, nella sala della casa di abitazione
del signor Bassiano Brusati posta nella detta terra di Melegnano, sono stati
convocati e si sono riuniti i sottoscritti patroni e avvocati della detta
chiesa per invito del console Dionigi Nazzari, ufficiale della detta terra
di Melegnano e con lui sono convocati e sono riuniti Stefano Fracapani,
Stefano Cardani, Giovanni Pietro Calvenzani, Francesco Restacchi, Giovanni
Parvi, tutti e sei responsabili per gli affari della comunità di
Melegnano. E insieme con loro anche Giacomo Besana, tutti gli abitanti nel
territorio di Melegnano, e sono patroni e avvocati della detta chiesa. Essi
affermarono che già da lungo tempo fino al presente godono della
libera ed indiscussa prerogativa dal diritto di eleggere e di nominare il
futuro prevosto della detta chiesa quando la parrocchia dovesse rimanere
vacante del suo parroco. Essi aderiscono a nome di altri interessati a partecipare
alla elezione; considerando anche che il periodo di vuoto pastorale dei
benefici ecclesiastici si risolve in non poco danno non solo per il patrimonio
materiale, ma soprattutto per il bene spirituale, desiderano provvedere
a questa chiesa, per quanto sia loro possibile.
Essi hanno valutato i meriti di probità
e la capacità del distinto religioso signor presbitero Cristoforo
Brusati, persona prudente e onesta; per sua opera questa chiesa, sia nelle
cose spirituali quanto in quelle temporali, con la benedizione del Signore,
potrà ricevere incremento, ad onore di Dio, della beata Vergine
Maria e del precursore san Giovanni Battista sotto il cui nome e onore
è stata fondata precisamente questa chiesa e perché sia venerata
dai fedeli, a gloria di tutta la corte celeste trionfante. I sottoscritti
elessero e nominarono ed eleggono e nominano, in forza dei presente atto
giuridico notarile, il sopraddetto signor presbitero Cristoforo Brusati
come attuale prevosto della detta chiesa vacante...”.
Don Cristoforo Brusati oltre alla normale cura pastorale propria di
un parroco ebbe cura di alcune particolarità:
• l’incremento della Scuola
del Santissimo Sacramento
• la promozione della Scuola
della Purificazione di Maria
• la consacrazione della chiesa
di San Giovanni
avvenuta la domenica 21 giugno 1506 per opera di Matteo dell’Olmo,
vescovo titolare di Laodicea e suffraganeo del cardinale Ippolito d’Este
I, arcivescovo di Milano.
La consacrazione della chiesa
di San Giovanni
La nostra chiesa, dedicata alla Natività di san Giovanni Battista,
è stata consacrata la domenica 21 giugno 1506 da Matteo dell’Olmo,
vescovo titolare di Laodicea e suffraganeo del cardinale Ippolito d’Este,
arcivescovo di Milano.
Matteo dell’Olmo era una forte personalità ecclesiastica, buon
teologo e valente controversista, cioè abile a dirimere questioni
e controversie in materia civile ed ecclesiastica; era membro di un circolo
di dotti radunati intorno al vescovo di Como, Scaramuzza Trivulzio, con
eminenti studiosi; inoltre riceveva l’incarico della consacrazione delle
chiese: lo troviamo ancora il 25 agosto 1508 per consacrare l’altare di
san Michele nella chiesa della Certosa di Garegnano. Con il nome di consacrazione
di una chiesa si indica la designazione autorevolmente fatta di un edificio
all’uso dei culto divino. Quindi la consacrazione di una chiesa è
il passaggio stabile e legalmente valido dall’ordine profano a quello sacro
per mezzo di un rito. Nel Cristianesimo le consacrazioni vengono fatte
con la parola e con l’azione. Siccome nel diritto romano la consacrazione
è l’atto con il quale una cosa è sottratta al commercio civile
ed è destinata al culto divino, l’effetto di conferire alla cosa
la qualità di sacra si verificava solamente se l’atto era compiuto
da magistrati o da altri ex auctoritate populi Romani,
così nella religione cristiana per la consacrazione è sempre
richiesto non un qualsiasi sacerdote, ma un vescovo, a cui la consacrazione
è riservata, o ad un suo delegato. A ricordo della consacrazione
della nostra chiesa sta una lapide murata sul pilastro di destra all’inizio
del coro, con la scritta:
D. O. M.
TEMPLUM
MATTHEUS LULMUS
LAUDICENSIS EP.
21 IUNIJ 1506
ARAM MAXIMAM
IOSEPH CARD. PUTEOBONELLUS
MLNI ARCHIEP.
29 AUGUSTI 1754
CONSECRARUNT
la quale scritta significa: A Dio ottimo massimo. Il tempio è stato
consacrato da Matteo Lolmo vescovo di Laodicea il 21 giugno 1506; l’altare
maggiore è stato consacrato dal cardinale Giuseppe Pozzobonelli
arcivescovo di Milano il 29 agosto 1754. Il convento dei Servi di Maria
o Padri Serviti sorse in Melegnano tra il 1513 e il 1515. Il priore generale
della congregazione, Angelo Bonucci di Arezzo, dava l’autorizzazione al
frate Nicolò Malacrida di Como per edificare un convento in Melegnano,
e si esprimeva con queste parole: “Desiderando la
crescita e l’espansione del nostro Ordine, per la salvezza ed il bene delle
anime, conoscendo il tuo zelo e la tua prudenza, ti concediamo la licenza
di costruire il nuovo convento e la chiesa di Melegnano e ti costituiamo
nostro vicario generale per il suo governo in perpetuo, assumendo con te
due o tre frati”. Il convento fu eretto, ampio, con un porticato
interno su archi che poggiavano su pilastri di cotto, ottagonali, e con
ampie sale. I suoi resti sono ancora visibili dalla via San Martino. La
chiesa aveva tre cappelle, quella grande con il coro, una minore dedicata
alla Madonna ed un’altra dedicata a san Fermo. Funzionava la Compagnia
dell’Abito dei Servi, fondata nel 1594, una anno dopo la consacrazione
della chiesa per opera del melegnanese vescovo Carlo Bescapè. Fu
organizzata anche la Scuola della Dottrina Cristiana che iniziò
ufficialmente il 23 gennaio 1583. Il monastero con la chiesa, il cortile
e il giardino, si estendeva su un’area di otto pertiche, cioè di
metri quadrati 523 ed era tutto chiuso da un muro di cinta. Il chiostro
era composto da una sola ala laterale dove si aprivano undici celle al
piano superiore. Per tutto il 1500 il convento fu occupato da non più
di quattro frati, due sacerdoti e due laici inservienti. Due secoli dopo,
l’11 maggio 1768 fu benedetta la nuova chiesa sorta più grande e
sul posto di quella primitiva. Il convento fu soppresso dalle leggi napoleoniche
nel 1810. |