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la Cascina Giardino  
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La cascina Giardino fa parte delle strutture rurali che rappresentarono un’importante testimonianza dell’evoluzione urbana melegnanese. Questo insediamento produttivo, fondato ed organizzato originariamente come supporto economico delle grandi proprietà monastiche, divenne uno dei primi nuclei residenziali a ridosso dei Borgo. Da una vistita pastorale del 13 gennaio 1609 si registra già la presenza della proprietà fondiaria del Giardino, la cui situazione si trovava già annoverata nella giurisdizione della parrocchia di San Giovanni Battista di Melegnano. Dagli atti risulta infatti: “...capsinae adiacentes Communitati Melegnani sunt il Giardino, capsina detta dei Marchese, la Cattagna, la Martina, la Silva, la cassina de Resteili detta della Medica, capsina detta dei Casone...". L’Amelli, nelle sue opere, conferma che tale sito era preesistente come apparve in un documento fiscale dei 1583 ove era trascritto appunto “...loco appellato il Giardino....".  Già dal XVII secolo era nominata non solo per le sue stalle, il caseificio, l’allevamento dei pollame, ma anche per il baco da seta ed una discreta produzione di miele.  Il 7 settembre 1543 fu emessa da Carlo V una prima ordinanza per un catasto generale e reale di tutto il territorio italiano sotto la corona di Spagna. L’accatastamento fu di fatto intrapreso dai prefetti che lo condussero e terminarono nel 1564: ma i documenti che ne scaturirono furono solo una semplicistica suddivisione di estimo fra provincia e provincia dei Ducato senza dimostrazione di mappe.  Fu nel 1722 che vennero effettuati i primi rilievi tecnico-estimativi del Borgo di Melegnano in due fasi distinte, prima con la stesura grafica di una mappa catastale, poi, nel 1752, con la perizia dei beni di seconda stazione sotto l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria. L’Ing. Francesco Carcano fece eseguire le stime nell’area del Giardino il 19 marzo 1752. Dopo la proprietà di Antonio Visconti occupata dal livellario signor Selmo Gaspare sulla stradelia per Riozzo vennero censiti appunto i beni della cascina, così come si evince dagli appunti scritti sul quinternetto: “...seguendo al lato di ponente della stradella detta del Giardino vi è la casa da massaro detta «il Giardino all’alto» marcata in mappa al numero 356, di proprietà delle MM. Orsole del Monastero di S. Cattarina di Melegnano... si và all’altro lato della citata stradella cioè al lato di levante proseguendo con essa per ritornare verso Melegnano da mezzogiorno a Tramontana vi è la proprietà di Visconti Antonio marcata in mappa al numero 385, casa da massaro detta «il Giardino di basso» proseguendo vi è quindi la casa da massaro detta La Cassinetta...". Il complesso rurale della Cascina Giardino, nel Settecento, era quindi suddiviso in due parti, di due proprietà ben distinte; entrambe erano collegate al Borgo tramite la stadella per Riozzo che le raggiungeva una sulla mano destra e l’altra sulla sinistra in modo quasi speculare. Una traccia dell’antico passaggio si rinviene ancor oggi nell’attuale via dei Cedri, che è rimasta senza alcuno sbocco lineare. La cascina Giardino all ‘alto fu detta anche Cascina delle monache per via dell’ intestazione della proprietà; le MM.Orsoline, che furono attive in Melegnano fmo al 1810, erano dimoranti nel plesso claustrale di loro proprietà ubicato nel Convento di S.Caterina (attuali via Trieste e via Cavour) nella contrada detta appunto delle monache. Unitamente alla Cascina delle Monache vi era annesso un grande giardino per la coltivazione dei fiori: da qui probabilmente la denominazione di Cascina Giardino. In ricordo di tale destinazione originaria l’Amministrazione Comunale ritenne, in seguito alla lottizzazione avvenuta negli anni Sessanta di questo secolo, di chiamare tutta l’area a sud di nuova edificazione, non a caso, Quartiere Giardino titolando le stesse vie con nomi di fiori e piante.  Più interessante della stima descrittiva effettuata dall’Ing. Carcano del 1752 vi fu quella precedente del Geometra De Llinas del 1722 che, come sappiamo, eseguì una stima geometrico particellare consistente nella stesura di sedici fogli componibili con la raffigurazione d’insieme, completa e dettagliata, di tutto il territorio melegnanese. Il foglio componibile, che in particolare interessò i nuclei rurali delle Cascine Giardino, fu il numero nove; tramite esso siamo in grado di descrivere la situazione fondiaria così come appariva ai tecnici rilevatori all’inizio del Settecento: uscendo dalla Porta di ponente del Borgo detta portone di San Rocco, in altre circostanze detta anche porta dell’Angelo, mantenendo la mano sinistra si imboccava la stradella per Riozzo che da una parte confmava con il fossato del Castello del Marchese Medici, dall’altra con un fossato digradante verso i campi; la stradella, pur continuando in linea retta, si riduceva di carreggiata, lasciando sulla destra la strada maestra più grande. La stradella continuava, fino alla fine dei confme con il territorio di Riozzo, sempre in rettilineo. Prima di giungere alla cascina Giardino , circa a metà strada sulla mano sinistra, si trovava marcata in mappa sotto il numero 390, con annesse 2,5 pertiche di terreno, la Cassinetta di proprietà di Carlo Cosmo Medici già Marchese di Melegnano; questo cascinaggio era di forma rettangolare ed era destinato al solo uso abitativo. La Cassinetta si trovava in luogo dell’attuale via dei Pini con angolo in via dei Giacinti. Proseguendo sempre verso mezzogiorno il primo insediamento rurale che si trovava, della cascina Giardino, era quello situato sulla destra della stradella, costituito da stalle che insistevano sul mappale 374 a forma di corte aperta verso tramontana (successivamente modificato e chiuso a elle da un muro). Attiguo al suddetto edificio vi era un’area recintata da un muro di contenimento di modesta altezza entro il quale vi era un giardinetto tutt’ora in parte esistente. L’edificio più arretrato dalla strada fu in seguito modificato e convertito ad abitazione padronale così come del resto anche alcune parti prospettanti sulla stradella ora via dei Cedri. Sempre sul medesimo lato vi era, al mappale 376, un fabbricato, staccato dal primo accennato sopra, di forma rettangolare parallelo alla stradella e dall’altra parte della corte sempre in parallelo vi era un altro fabbricato di forma rettangolare, sul cui retro si accedeva ad un ulteriore cortile più interno, attualmente occupato dall’ Oratorio femminile di San Gaetano della Provvidenza. Proseguendo oltre per la stradella di Riozzo, sul lato sinistro vi era, sul mappale 385, il secondo insediamento agricolo delle cascine Giardino, rispetto al primo di più modeste proporzioni. Gli edifici erano due, uno quello prospiciente la stradella, era a forma di ‘ti’ rovesciata, mentre staccato e più arretrato, vi era il secondo corpo di fabbrica di forma rettangolare indicato in mappa come cassina detta Giardino. Questo gruppo di fabbricati rurali è stato abbattuto per dare spazio alla costruzione in condominio. Fra i fabbricati rurali posti alla destra e quelli a sinistra della stradella in modo perpendicolare si innestava un'altra stradella che proseguiva, curvando a sinistra, verso i campi di levante.

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