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GUGNANO, FEUDO DI BASCAPE’ E SANT’ANGELO
Giovedì, 20 agosto 1220 (20), nel "pallatio novo comunis" di Milano, viene emessa una sentenza, riguardo una disputa sulla proprietà di alcuni terreni in "loco Aguniano" (Gugnano), feudo di Bascapè, in comitato e diocesi Milanese, vengono come di consuetudine indicati i nomi dei terreni, oltre al fiume Lisone, "Lixonus" ed ad uno strano "Ulixonus", ben quattro campi portano il nome di Villarzino, due sono "in", uno "ad" e l'ultimo "in Territorio de", l'unica vigna, porta l'importante nome di Sanctum Petrum e poi: Campum de la Porta, Pergolam (vocabolo celtico), Fontanam, inter Duo Fossata, in Braida (vocabolo longobardo), in Monte..., Campum de Zongieda, Quarellam, Pratum de la Pobia, in Cuniolo, in Remate, Pratum de la Trebia, Rovexello (piccolo rovo), Pratum ad Papirolum e (Tallia)dizia, l'unico terreno a bosco menzionato. Alla fine del documento è menzionato l'antico proprietario dei terreni e cioè Pietro Tamburelli detto Cane “che è de loco Aguniano”.
Quelli dei proprietari dei terreni confinanti, tra cui i fratelli Beltrami, Girardi, Hanrici, Oldradini e Roglerii de Basilicapetri (21), un Canevarii de Mairano, la chiesa di San Vito e Bellavide, moglie del fu Bonvillanii de Aguniano. 
Quando Filippo Maria Visconti, nel 1429 cede in affitto il feudo di S.Angelo, nel documento vi è descritto anche il molino di Gugnano, la roggia Maestra ed i boschi del territorio di Gugnano, all’epoca diventato parte del feudo 
Santangiolino. (23) Dei boschi, assai fitti in quell'epoca, ne è rimasta testimonianza nei nomi di alcune cascine poste alle spalle della Mangialupo, cioè: Bosco di S.Zeno (chiamata comunemente cascina Bosco, è in diocesi di Lodi e parrocchia di Gugnano), Boscajola e Il Bosco.
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