E' indubitabile
il riscontro, nelle opere di Antonio Caminada, di una capacità tecnico-pittorica,
che crebbe nell'Artista con costante esercizio di una naturale e istintiva
propensione al disegno, alla ricomposizione lineare della realtà,
a una visione idealizzante che nelle rielaborazioni pittorico-narrative
si facevano necessariamente parabola, cioè narrazione didascalica
di insegnamento morale. Don Giuseppe Pellegatta, parroco di S.Maria
del Carmine, lo ricorda in alcuni suoi scritti come un'umile seminatore
che : "....sentiva intensamente la vita, gustata con quel signorile distacco
dalle cose , proprio di una scelta frugale. Gli era naturale la disponibilità
ad appassionarsi per opere di grande respiro , come anche per incombenze
assai più modeste, come insegnare disegno ai ragazzini....". Questa
sua abilità le proveniva dalla preparazione al disegno che aveva
ricevuto all'Accademia Braidense, dalla quale Caminada interpreterà,
nel segno, la visione delle cose al massimo grado di chiarezza ideale,
di figura, di racconto, di compostezza cromatica trasponendo la realtà
in narrazione sintatticamente controllata in ogni minimo particolare come
esiti di un laboratorio analitico del linguaggio pittorico e di una verità
posta fra un'ordine naturalistico e uno mentale. Al fine di recuperare
una più incisiva trasparenza estetica, il Nostro non poteva che
passare attraverso una risoluzione di stile, affidata alla sinteticità
iconografica attraverso il superamento dei residui naturalistici più
compromessi, respingendo, in un certo senso, l'immedesimazione dell'uomo
nella natura, per ritrovare una distanza che restituisca il piano della
comprensione, del racconto, delle metafore, della simbologia, delle allegorie,
dei miti ed infine delle parabole che lo stesso Artista ha lasciato come
segno ineluttabile della sua lunga attività artistica. Antonio Pietro
Domenico Caminada naque a Melegnano il 18 gennaio 1923. Il padre Lodovico,
anch'egli nato a Melegnano il 30 ottobre 1885, risiedeva nella curt del
Marè (vicina all'attuale piazzetta Codeleoncini), ed esercitava
l'attività di conciatore di pelli, lavoro che venne impostato, verso
la fine dell'Ottocento, dal nonno Vincenzo nato a Barni nel 1850.
Lodovico Caminada era fratello di Mons. Costantino Caminada (1900-1972)
Vescovo di Ferentino il quale ebbe non poca influenza sulla formazione
artistica del Nostro con particolare riguardo alle tematiche di carattere
religioso. Lodovico ebbe due figli: Antonio e Vincenzo entrambi con un
marcato senso artistico. Antonio frequentò le scuole elementari
alla Rampina che era una frazione di San Giuliano Milanese sotto la direzione
didattica di Locate Triulzi, della quale ne era Commissario Pierina
Caminada sorella di papà Lodovico. Antonio Caminada ebbe come insegnante
la maestra Domitilla Gruppelli che lo licenziò dalle scuole dell'obbligo
nel 1932 con la lode in tutte le materie, con particolare nota di merito
al disegno e bella scrittura. Frequentò successivamente il
Ginnasio e il Liceo Classico ad Alassio. Il 18 settembre 1942 venne chiamato
alle armi nel I° Reggimento Genio di Milano aggregato successivamente
al Gruppo autonomo telegrafisti di Belluno ove nell'agosto del 1943
partì per il fronte francese con destinazione Bastia, destinazione
questa che mantenne, seppur con alterne vicende, sino al 5 novembre 1946
quando venne collocato in congedo. Dopo la parentesi militare iniziò
a frequentare i corsi dell'Accademia di Brera sotto la guida di Virgilio
Socrate Funi (in arte Achille), Carrà e soprattutto Aldo Carpi
che scelse come maestro per le capacità decorative e di artista
didatta. Il Nostro scelse quale tesi di Laurea un'argomento sul Bergognone,
quell'Ambrogio da Fossano detto il "Bergognone" al quale Caminada
tentò di ispirarsi più volte sia come stile che come
tematica. Il 10 luglio 1950 terminò il corso di pittura all'Accademia
di Belle Arti di Brera a Milano dove conseguì , già nella
prima sessione d'esame, ottimi risultati: nove e mezzo in pittura, sette
e mezzo in tecniche dell'incisione, nove in anatomia artistica e nove e
mezzo in storia dell'arte e del costume. Partecipò a diversi concorsi
e mostre fra i quali vi è da segnalare la vincita del primo
premio alla mostra delle Accademie in Italia del 1954 e successivamente
la segnalazione di un suo dipinto alla Biennale di Arte Sacra a Novara.
Da qui inizia un lungo elenco di presenze di opere dell'Artista al Rosetum
di Padova , alla Galleria San Rocco di Roma, a Massiola nel novarese ed
infine a Melegnano. Alle tematiche di arte sacra si erano ben presto
affiancata tutta una produzione di quadri figurativi e bucolici ,
con preferenza ai temi appunto del bosco, della famiglia, ai mestieri,
alle pastorelle di Massiola, e animali in genere. All'arte del dipingere
era solito affiancare anche l'attività di restauratore di affreschi
e dipinti su tela: negli anni Settanta le fu commissionato il restauro
della Madonna col Bambino dipinto di scuola seicentesca che si trova
nella Chiesa di San Pietro e Paolo a Vizzolo Predabissi. Nei restauri
l'Artista poneva la stessa dolcezza e tenerezza che utilizzava nell'eseguire
le sue opere: così fu per la rivisitazione delle opere della Chiesa
di San Martino di Carpiano, per la Chiesa di Moiano nel beneventano
e poi nella cappella del pre-seminario del Vaticano, di cui decorò
in particolare l'arco di trionfo con l'Annunciazione, un crocefisso e quattro
Santi. |