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Antonio Caminada (1923 - 1988)
E' indubitabile il riscontro, nelle opere di Antonio Caminada, di una capacità tecnico-pittorica, che crebbe nell'Artista con costante esercizio di una naturale e istintiva propensione al disegno, alla ricomposizione lineare della realtà, a una visione idealizzante che nelle rielaborazioni pittorico-narrative si facevano necessariamente parabola, cioè narrazione didascalica di insegnamento morale. Don Giuseppe Pellegatta, parroco  di S.Maria del Carmine, lo ricorda in alcuni suoi scritti come un'umile seminatore che : "....sentiva intensamente la vita, gustata con quel signorile distacco dalle cose , proprio di una scelta frugale. Gli era naturale la disponibilità ad appassionarsi per opere di grande respiro , come anche per incombenze assai più modeste, come insegnare disegno ai ragazzini....". Questa sua abilità le proveniva dalla preparazione al disegno che aveva ricevuto all'Accademia Braidense, dalla quale Caminada interpreterà, nel segno, la visione delle cose al massimo grado di chiarezza ideale, di figura, di racconto, di compostezza cromatica trasponendo la realtà in narrazione sintatticamente controllata in ogni minimo particolare come esiti di un laboratorio analitico del linguaggio pittorico e di una verità posta fra un'ordine naturalistico e uno mentale. Al fine  di recuperare una più incisiva trasparenza estetica, il Nostro non poteva che passare attraverso una risoluzione di stile, affidata alla sinteticità iconografica attraverso il superamento dei residui naturalistici più compromessi, respingendo, in un certo senso, l'immedesimazione dell'uomo nella natura, per ritrovare una distanza che restituisca il piano della comprensione, del racconto, delle metafore, della simbologia, delle allegorie, dei miti ed infine delle parabole che lo stesso Artista ha lasciato come segno ineluttabile della sua lunga attività artistica. Antonio Pietro Domenico Caminada naque a Melegnano il 18 gennaio 1923. Il padre Lodovico, anch'egli nato a Melegnano il 30 ottobre 1885, risiedeva nella curt del Marè (vicina all'attuale piazzetta Codeleoncini), ed esercitava l'attività di conciatore di pelli, lavoro che venne impostato, verso la fine dell'Ottocento, dal nonno Vincenzo  nato a Barni nel 1850. Lodovico Caminada  era fratello di Mons. Costantino Caminada (1900-1972) Vescovo di Ferentino il quale ebbe non poca influenza sulla formazione artistica del Nostro con particolare riguardo alle tematiche di carattere religioso. Lodovico ebbe due figli: Antonio e Vincenzo entrambi con un marcato senso artistico. Antonio frequentò le scuole elementari alla Rampina che era una frazione di San Giuliano Milanese sotto la direzione didattica di Locate Triulzi, della quale ne era Commissario  Pierina Caminada sorella di papà Lodovico. Antonio Caminada ebbe come insegnante la maestra Domitilla Gruppelli che lo licenziò dalle scuole dell'obbligo nel 1932 con la lode in tutte le materie, con particolare nota di merito al disegno e bella scrittura.  Frequentò successivamente il Ginnasio e il Liceo Classico ad Alassio. Il 18 settembre 1942 venne chiamato alle armi nel I° Reggimento Genio  di Milano aggregato successivamente al Gruppo autonomo telegrafisti  di Belluno ove nell'agosto del 1943 partì per il fronte francese con destinazione Bastia, destinazione questa che mantenne, seppur con alterne vicende, sino al 5 novembre 1946 quando venne collocato in congedo. Dopo la parentesi militare iniziò a frequentare i corsi dell'Accademia di Brera sotto la guida di  Virgilio Socrate Funi (in arte Achille), Carrà e soprattutto  Aldo Carpi che scelse come maestro per le capacità decorative  e di artista didatta. Il Nostro scelse quale tesi di Laurea un'argomento sul Bergognone, quell'Ambrogio da Fossano detto il "Bergognone"  al quale Caminada tentò di ispirarsi  più volte sia come stile che come tematica. Il 10 luglio 1950 terminò il corso di pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano dove conseguì , già nella prima sessione d'esame, ottimi risultati: nove e mezzo in pittura, sette e mezzo in tecniche dell'incisione, nove in anatomia artistica e nove e mezzo in storia dell'arte e del costume. Partecipò a diversi concorsi e mostre fra i quali vi è da segnalare  la vincita del primo premio alla mostra delle Accademie in Italia del 1954 e successivamente la segnalazione di un suo dipinto alla Biennale di Arte Sacra a Novara. Da qui inizia un lungo elenco di presenze di opere dell'Artista al Rosetum  di Padova , alla Galleria San Rocco di Roma, a Massiola nel novarese ed infine a Melegnano.  Alle tematiche di arte sacra si erano ben presto affiancata tutta una produzione di quadri figurativi  e bucolici , con preferenza ai temi appunto del bosco, della famiglia, ai mestieri, alle pastorelle di Massiola, e animali in genere.  All'arte del dipingere era solito affiancare anche l'attività di restauratore di affreschi e dipinti su tela:  negli anni Settanta le fu commissionato il restauro della Madonna col Bambino  dipinto di scuola seicentesca che si trova nella Chiesa di San Pietro e Paolo a Vizzolo Predabissi.  Nei restauri l'Artista poneva la stessa dolcezza e tenerezza che utilizzava nell'eseguire le sue opere: così fu per la rivisitazione delle opere della Chiesa di San Martino di Carpiano,  per la Chiesa di Moiano nel beneventano e poi nella cappella del pre-seminario del Vaticano, di cui decorò in particolare l'arco di trionfo con l'Annunciazione, un crocefisso e quattro Santi. 
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