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Romeo Rivetta (1868 - 1924)
Potremmo definire sinteticamente l'artista melegnanese Romeo Rivetta  quale l'ultimo dei pittori realisti di "fin-de-siècle". Dalle pur brevi  e scarse notizie  relative al Nostro, cercheremo in questo saggio di  esemplificarne al meglio  le doti e qualità di un'artista che ha prodotto quantitativamente molto pur rimanendo per molti " un perfetto sconosciuto" apprezzato e conosciuto solo nello spazio temporale della sua attività creativa.  Romeo Rivetta  visse e si identificò sempre nell'arte pittorica, in particolare nella figura umana con la quale visse in costante simbiosi, il suo pensiero e la sua cultura si tradusse facilmente e spontaneamente in linguaggio figurativo. Giovanni Battista Rivetta detto "Romeo", pittore ingiustamente dimenticato e trascurato dalla critica moderna, nacque a Melegnano nel 1868 da una famiglia povera, con estenuanti sacrifici Romeo fu avviato, tra un lavoro ed un'altro, dopo le scuole dell'obbligo alla scuola d' Arte Braidense così come si deduce dagli scitti dell'Aresi. Egli fu ammesso nel 1885 all'Accademia delle Belle Arti di Milano,  dove ebbe come maestro l’affreschista Luigi Valtorta e Giuseppe Bertini (1825-1898) successivamente seguì le lezioni di Angelo Lorenzoli, pittore di tendenze innovatrici, che ebbe grande importanza nella formazione artistica del giovane Rivetta.  Durante gli anni dell'Accademia il Rivetta si dedicò intensamente allo studio dei pittori del  Settecento, in particolare  Giambattista Tiepolo (1696-1770), studiandone ed ammirandone il disegno incisivo.  A Milano il Rivetta venne a contatto con Leonardo Bazzaro (1853-1937) e con il melegnanese suo coetaneo Stefano Bersani   (1872-1914) anch'egli allievo del Bertini,  e fu durante questo periodo che il Nostro si dedicò alla copia dei quadri dei grandi maestri del passato e a dipingere quadri di interni , quadri storici e religiosi oltre naturalmente  alle figure. L'Accademia Braidense sentiva l'influenza del grande Hayez e del Riccardi, anche se la formazione artistica del Rivetta è legata alla Scuola del Bertini , dalla quale uscirono i più grandi pittori lombardi della seconda metà dell'Ottocento quali: Mosè Bianchi da Monza (1840-1904), Tranquillo Cremona, Stefano Bersani (1872-1914), Giorgio Belloni (1861-1944), Daniele Ranzoni, Gaetano Previati (1852-1920), poi ancora il Cagnoni, il Pogliaghi, il Tallone e una folta schiera di altri, che dal Bertini e dal suo allievo Cremona apprendevano un modo di dipingere, che poi sfociò nel realismo , stile del quale Romeo Rivetta fu un grande rappresentante , pur avendo sempre mantenuto un suo personalissimo, inconfondibile stile , dalla tecnica vaporosa, dalla larga pennellata, dalla proiezione delle luci sui punti essenziali. Romeo si trasferì a Milano e successivamente contrasse matrimonio religioso con Paolina Spreafico dalla quale ebbe cinque figli tra cui Paolo, nato nel 1911, che continuò la sua professione, Paolo fu un'artista del quale è rimasta una significativa traccia in tutto il territorio melegnanese, non solo con dipinti , ma anche con mosaici, vetrate ad intarsio e affreschi. Frammenti dell'attività di Romeo Rivetta sono deducibili principalmente  da  una pubblicazione edita  a Brignano d'Adda  nel 1914, l'articolo fu scritto dall'architetto Abramo Aresi, che conobbe direttamente l'Artista, questi ebbe a conoscerlo in concomitanza dell'esecuzione dei lavori di decorazione della chiesa di Brignano , che fra l'altro scriveva: "..... è un figlio del popolo, Rivetta, semplice come l'anima popolare , di una semplicità dolce. Anche il profano di arte che entra ora nella magnifica chiesa di Brignano , si sente quieto, tranquillo, pieno di pace  come in una poetica pianura sorrisa da un languido tramonto. E' il concetto artistico del pittore, è la sua anima che parla con le tinte all'anima del credente....."  più oltre parlando del cristianesimo  nell'arte, Aresi diceva:  "......e Romeo Rivetta, svolgendo il concetto di Monsignor Donini, l'ha sentito così poeticamente che l'ha trattato con tinte limpide, con colori vivaci ma morbidi, ha trasmesso tutta la religiosa poesia della sua vita nello sguardo dolce delle Madonne amorevoli e negli occhi celesti degli angeli biondi, biondi come i suoi bambini, come ingenuamente ma giustamente osserva una popolana ammirando l'opera dell'Artista...... e in lui ammiro l'artista che sa manifestare esattamente il suo concetto, ma anche il risolutore di problemi stilistici difficili, come quello di decorare un tempio neoclassico con una policronia marcata senza falsarne il carattere, sfatando con questo un poregiudizio ed un sistema che rendeva monotona ed antipatica anche la più bella chiesa neoclassica imponendo i soliti cassettoni e chiaroscuri......."  Giovanni Battista Rivetta detto Romeo fu fra i  giovani affreschisti  quello che ebbe una delle più spiccate individualità : il suo affresco era chiaro, limpido, trasparente come un'acquarello e in esso si rinviene tutta la vivacità tiepolesca temperata dalla compostezza neoclassica. La sua natura fu , più che di pittore, di  illustratore ciò gli permise di essere presente con  affreschi tematici in diverse chiese della Bassa, in varie preposituali e diocesi del comasco e del varesino: prima della chiesa di Brignano d'Adda il Rivetta aveva decorato le chiese di Verghera, Solbiate Arna, Settala, Corneno, Valbrona, Landriano, Izano, Mairano, Onno, Cavenago d'Adda,  Groppello, Triginto di Mediglia, Moggio, Spino d'Adda, Salerano al Lambro, Treviglio, Montanate e tantissimi altri edifici di culto religioso fino a raggiungerne il numero di centoventi, consuntivo che ben pochi pittori, sino ad allora, poterono vantare.  La vasta impresa pittorica del Rivetta è riscontrabile anche nella sua  tanto amata Melegnano ove lasciò un'indelebile segno della sua espressività artistica e del suo rigore compositivo, le sue opere si possono ammirare nella chiesa di San Rocco, al  camposanto comunale nelle cappelle private della famiglia Vigo,  della famiglia Gandini, e nella cappella dei Parroci di Melegnano. La sua opera e il contributo artistico  più spettacolare , Romeo Rivetta, lo diede per la realizzazione dell' Ossario dei caduti della battaglia dell'8 giugno 1859, l'Artista fu l'autore dell'acquarello che unitamente al progetto dello scultore pavese Donato Barcaglia (1849-1930) venne presentato alla Commissione preposta il 4 maggio 1902. Il Rivetta prevedette tutta una serie di sculture decorative, che rievocavano alcuni episodi del famoso ed eroico combattimento,  tra cui il grandioso gruppo marmoreo rappresentante il "Valore"  e la "Pietà" . Nel 1903 il giornale " Pro-Ossario" che evidentemente sponsorizzava l'esecuzione dell'opera  confermava che:  ".......all'artistica fantasia  del Barcaglia, si accompagnò nella delineazione delle figure sovrastanti, l'ispirazione felice del pittore Rivetta...."   Si può quindi affermare che l'Ossario fu frutto della compartecipazione artistica tra lo scultore Donato Barcaglia e il pittore Romeo Rivetta, anche se di quest'ultimo nessuno si preoccupò più in seguito di riconoscergli il dovuto merito. Il progetto del Rivetta riguardava il gruppo statutario che sovrasta il basamento e che raffigura una donna, la Libertà, che raccoglie il manto  con la sinistra e con la destra tiene alta ai venti la fiaccola , mentre in basso un'altra donna raffigurante l'Italia depone una una corona sulla tomba dei Caduti. Il 19 maggio 1904 la Commissione preposta alla valutazione dell'insieme progettuale inviò al Rivetta in omaggio una copia del bozzetto quale riconoscimento alle sue prestazioni di artista. L’attività dell’Artista melegnanese fu sempre ridondante di  committenze, Rivetta però prediligeva nella scelta, rispetto ad altre, sempre Melegnano.  Fu così che accettò la commissione di Mons. Fortunato Casero che gli affidava il rinnovo degli affreschi in alcune cappelle della Preposituale di San Giovanni Battista che però rimasero incompiute, infatti Romeo Rivetta morì il 15 aprile 1924. Dai giornali dell’epoca  si evince che mentre disponeva per gli affreschi da rinnovare nella cappella dell’Immacolata, nella Preposituale di Melegnano, il pittore, nostro concittadino Romeo Rivetta, rimaneva vittima del malore che già da anni lo tormentava, e che egli, vero appassionato dell’arte, cercava di vincere - scriveva La campana - raggiungendo il vero eroismo del lavoro.  Dell’ esimio Maestro leggiamo ne L’Italia del 17 aprile 1924, riportato dal bollettino parrocchiale  La campana del 1 maggio 1924, che Romeo Rivetta - il valente pittore che in questi ultimi anni ebbe troncata la sua fervida attività artistica da una grave e lunga malattia -  è spirato ieri l’altro, nella nostra città, tra il pianto della moglie e dei suoi quattro figli. Nato a Melegnano cinquantasei anni orsono, il Rivetta studiò all’Accademia di Brera, dove fu allievo del celebre affreschista Valtorta. Si dedicò con ispeciale e intelligente amore all’affresco; in varie chiese della Lombardia si ammirano delle sue pregevoli opere; così a Cavenago d’Adda, a Corbetta, a Seregno, a Treviglio, Luino e in molte parrocchie del Lago Maggiore e di Lecco e della Vallassina, come Onno, Santuario di Campoè ecc. La sua dolorosa morte ha suscitato vivo compianto. 
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