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La posizione geografica di Melegnano divenne
un elemento strategico di primaria importanza nelle lotte fra i centri
lombardi, specialmente fra Milano e Lodi. Terra di confine, Melegnano vide
più volte il suo territorio attraversato dalle truppe delle due
città che, fra l’altro, si contendevano il controllo del Lambro
e dei ponti che lo attraversavano.
L’origine del nome si riferisce
probabilmente a una derivazione dal nome romano “Marinianus”, importante
famiglia dell’antica Roma; oppure all’esistenza in epoca imperiale, lungo
la via Emilia, di una stazione per il cambio dei cavalli, probabilmente
alla Rampina, luogo assai vicino al centro abitato. La stazione, che si
sarebbe trovata al nono miglio da Milano (“milium nonum”), avrebbe dato
origine al termine “Meloniano” e, in seguito, all’attuale toponimo. Nei
secoli passati la località era anche denominata Marignano e Maregnano. |
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Uno dei diversi progetti di ponti in muratura
elaborati alla fine del ‘700 e abbandonati per la scelta di un manufatto
in ferro. Quando le acque del Lambro erano limpide inducevano a ricercare,
anche nelle questioni tecniche, particolari aspetti estetici. |
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Ordinanza del Governo austriaco
che stabiliva le tariffe per il pedaggio sul ponte del fiume Lambro (7
aprile 1819).
(Archivio Parrocchiale Basilica
di San Giovanni Battista in Melegnano) |
Il ponte sul fiume Lambro era un punto obbligato
di passaggio; per secoli venne riscosso un pedaggio sulle persone, sugli
animali e sulle merci. Il pedaggio era una tassa, imposta arbitrariamente
dal feudatario, dai Visconti, dai Medici, dagli spagnoli, francesi e austriaci,
fino al 1859, successivamente passata in beneficio dell’amministrazione
comunale. |
La deviazione dell’acqua del Lambro,
in località Carmine, serviva per alimentare la fossa che circondava
il Castello Mediceo. Il canale artificiale attraversava Via Cavour (Ponte
di Milano) e percorreva le attuali Via 23 Marzo, Via Monte Grappa, Piazza
4 Novembre e Viale Predabissi. |
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Il ponte di legno con cinque arcate
del periodo antico e romano, alla fine del 1600, su ordine del governo
spagnolo, fu sostituito con un ponte in mattoni ad una sola arcata. Il
ponte fu inaugurato solennemente nel 1728.
Nel 1880 venne inaugurato il servizio
tranviario fra Melegnano e Milano, effettuato con il famoso “Gamba de legn”;
servizio che rimarrà in vigore fino al 1931. Per permettere il passaggio
del tram venne rifatto in ferro il ponte sul Lambro.
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Fu nei primi mesi del 1832 che iniziarono
a Frauenfeld i lavori per un mulino del genere. Risiedeva a quei tempi
in Milano un commerciante di Lucerna, il signor Domenico Rickenbach, il
quale si interessava del nuovo sistema di macinazione, ed a cui la società
commise l’incarico di reperire il posto per la nuova impresa; la scelta
cadde su Melegnano. Rickenbach aveva fatto conto, come è evidente,
della forza idrica che veniva assicurata dalla buona portata del Lambro.
Si abbandonava la bassa (o piatta) macinazione con mulini a palmenti, per
introdurre quella graduale (o alta) con laminatoi a cilindri; questi ultimi
erano costruiti in ghisa, in porcellana o in acciaio. Sopravvenne un inconveniente
che più tardi doveva affrettare la fine dell’impresa: le esondazioni
quasi abituali del Lambro.
Nel 1840 tutto il macchinario ed utensili
del mulino a cilindri di Melegnano venne venduto per 150 mila lire austriache
al signor Federico von Oexle di Venezia.
Il mulino a cilindri impiantato a Melegnano
nel 1800 fu il primo a sorgere in Italia: un autentico passo d’avanguardia
nel campo industriale. |
a sinistra: Dal ponte sul fiume Lambro
si osserva lo stabilimento Broggi-Izar. Era l’antica zona dei mulini azionati
dall’acqua derivata dal fiume. Nel 1855 la zona dei mulini si trasformò
nello stabilimento di filatura per la canapa e per il lino della ditta
Trombini e C. diventata poi Stabilimento Trombini, Castellini e C. fino
a quando nel 1920 si chiamò Linificio e Canapificio Nazionale che
chiudeva la sua attività il 2 agosto 1929. |
Canale artificiale del fiume Lambro
per alimentare la centrale elettrica della ditta Broggi-Izar. |
In epoca più recente il fiume Lambro
fu dotato di saracinesche al fine di regolamentare l’afflusso delle acque
verso la centrale elettrica della ditta Broggi Izar. Per mezzo di un canale
artificiale alla destra del fiume, con griglia di filtro manovrata elettricamente,
le acque del Lambro servivano per lo sfruttamento industriale idroelettrico.
L’energia serviva per lo stabilimento durante le ore lavorative di giorno;
mentre di notte l’energia elettrica veniva immessa sulle linee dell’Enel;
quindi l’energia prodotta di notte serviva al bisogno pubblico e civile. |
veduta del ponte ...
veduta dal ponte ...
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