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Computers Il Lambro dalla sorgente alla foce negli annulli e cartoline
  MELEGNANO Ia parte A
ad opera di Riccardo Vigo copyright 2001
Altitudine m 88, superficie kmq 4,93.
Comuni limitrofi: Colturano, Vizzolo Predabissi, Cerro al Lambro, Carpiano, San Giuliano Milanese.
Il territorio di Melegnano si estende, con forma frastagliata, a sud-est di Milano, ed è bagnato nella parte orientale dal fiume Lambro.
È plausibile che i primi abitatori della zona fossero nomadi che, attratti dalle possibilità di caccia e pesca lungo le rive del Lambro, vi si fermavano periodicamente.
La posizione geografica di Melegnano divenne un elemento strategico di primaria importanza nelle lotte fra i centri lombardi, specialmente fra Milano e Lodi. Terra di confine, Melegnano vide più volte il suo territorio attraversato dalle truppe delle due città che, fra l’altro, si contendevano il controllo del Lambro e dei ponti che lo attraversavano.
L’origine del nome si riferisce probabilmente a una derivazione dal nome romano “Marinianus”, importante famiglia dell’antica Roma; oppure all’esistenza in epoca imperiale, lungo la via Emilia, di una stazione per il cambio dei cavalli, probabilmente alla Rampina, luogo assai vicino al centro abitato. La stazione, che si sarebbe trovata al nono miglio da Milano (“milium nonum”), avrebbe dato origine al termine “Meloniano” e, in seguito, all’attuale toponimo. Nei secoli passati la località era anche denominata Marignano e Maregnano.
Uno dei diversi progetti di ponti in muratura elaborati alla fine del ‘700 e abbandonati per la scelta di un manufatto in ferro. Quando le acque del Lambro erano limpide inducevano a ricercare, anche nelle questioni tecniche, particolari aspetti estetici. 

Ordinanza del Governo austriaco che stabiliva le tariffe per il pedaggio sul ponte del fiume Lambro (7 aprile 1819). 
(Archivio Parrocchiale Basilica di San Giovanni Battista in Melegnano)
Il ponte sul fiume Lambro era un punto obbligato di passaggio; per secoli venne riscosso un pedaggio sulle persone, sugli animali e sulle merci. Il pedaggio era una tassa, imposta arbitrariamente dal feudatario, dai Visconti, dai Medici, dagli spagnoli, francesi e austriaci, fino al 1859, successivamente passata in beneficio dell’amministrazione comunale.

 
La deviazione dell’acqua del Lambro, in località Carmine, serviva per alimentare la fossa che circondava il Castello Mediceo. Il canale artificiale attraversava Via Cavour (Ponte di Milano) e percorreva le attuali Via 23 Marzo, Via Monte Grappa, Piazza 4 Novembre e Viale Predabissi.

Il ponte di legno con cinque arcate del periodo antico e romano, alla fine del 1600, su ordine del governo spagnolo, fu sostituito con un ponte in mattoni ad una sola arcata. Il ponte fu inaugurato solennemente nel 1728.


Nel 1880 venne inaugurato il servizio tranviario fra Melegnano e Milano, effettuato con il famoso “Gamba de legn”; servizio che rimarrà in vigore fino al 1931. Per permettere il passaggio del tram venne rifatto in ferro il ponte sul Lambro.

Fu nei primi mesi del 1832 che iniziarono a Frauenfeld i lavori per un mulino del genere. Risiedeva a quei tempi in Milano un commerciante di Lucerna, il signor Domenico Rickenbach, il quale si interessava del nuovo sistema di macinazione, ed a cui la società commise l’incarico di reperire il posto per la nuova impresa; la scelta cadde su Melegnano. Rickenbach aveva fatto conto, come è evidente, della forza idrica che veniva assicurata dalla buona portata del Lambro. Si abbandonava la bassa (o piatta) macinazione con mulini a palmenti, per introdurre quella graduale (o alta) con laminatoi a cilindri; questi ultimi erano costruiti in ghisa, in porcellana o in acciaio. Sopravvenne un inconveniente che più tardi doveva affrettare la fine dell’impresa: le esondazioni quasi abituali del Lambro. 
Nel 1840 tutto il macchinario ed utensili del mulino a cilindri di Melegnano venne venduto per 150 mila lire austriache al signor Federico von Oexle di Venezia.
Il mulino a cilindri impiantato a Melegnano nel 1800 fu il primo a sorgere in Italia: un autentico passo d’avanguardia nel campo industriale.
a sinistra: Dal ponte sul fiume Lambro si osserva lo stabilimento Broggi-Izar. Era l’antica zona dei mulini azionati dall’acqua derivata dal fiume. Nel 1855 la zona dei mulini si trasformò nello stabilimento di filatura per la canapa e per il lino della ditta Trombini e C. diventata poi Stabilimento Trombini, Castellini e C. fino a quando nel 1920 si chiamò Linificio e Canapificio Nazionale che chiudeva la sua attività il 2 agosto 1929.


Canale artificiale del fiume Lambro per alimentare la centrale elettrica della ditta Broggi-Izar.
In epoca più recente il fiume Lambro fu dotato di saracinesche al fine di regolamentare l’afflusso delle acque verso la centrale elettrica della ditta Broggi Izar. Per mezzo di un canale artificiale alla destra del fiume, con griglia di filtro manovrata elettricamente, le acque del Lambro servivano per lo sfruttamento industriale idroelettrico. L’energia serviva per lo stabilimento durante le ore lavorative di giorno; mentre di notte l’energia elettrica veniva immessa sulle linee dell’Enel; quindi l’energia prodotta di notte serviva al bisogno pubblico e civile.
veduta del ponte ...
veduta dal ponte ...
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