..
La lingua dei Celti
La lingua dei Celti, o Galli, o Galati è stata indubbiamente la più importante e la più diffusa dell'antica Europa. Il ceppo linguistico Celtico dal 6° al 3° secolo a.c. era riscontrabile nei territori dell'attuale Boemia, Ungheria, Germania meridionale, Austria, Francia, Belgio, Spagna settentrionale, Italia settentrionale ed Olanda. I Celti, dall'Asia Minore, dove erano conosciuti come Galati, invaso il Sacro Romano Impero e penetrati in Grecia, si distribuirono in tutto il territorio europeo, portando con se la propria lingua, il proprio sistema di scrittura. In effetti le varie tribù avevano differenti dialetti, ma tutti riconducibili ad un unico ceppo linguistico il Celtico Classico, come è possibile riscontrare dai nomi di paesi e località,  dai vocaboli riportati sulle iscrizioni o da riferimenti di scrittori Greci o Latini. La lingua celtica era molto simile ai linguaggi parlati inizialmente dai popoli italici, tanto che Giulio Cesare, nei messaggi inviati ai suoi legati, era costretto ad usare il greco per evitare che, ove fossero caduti nelle mani dei Galli, questi messaggi venissaro capiti da loro senza grandi difficoltà. Il Latino infatti, provenendo dallo stesso ceppo linguistico protoceltico-italico, era capito dai Galli senza che questi dovessero studiarlo come una lingua straniera, ma semplicemente sforzandosi un pò, come deve fare chiunque cerchi di capire un altro dialetto della propria lingua.  Dall'Indoeuropeo derivarono due ceppi linguistici, il Celtico Continentale, cui appartiente il linguaggio dei Galli cisalpini, i nostri antenati e il Celtico Insulare da cui ha avuto origine lo Scozzese e l'Irlandese, Gaelico non significa altro che Gallico.  I due ceppi linguistici si differenziano per come si è trasformato il blocco KW indoeuropeo, che è diventato una P (celtico insulare) o una Q e poi una C (celtico continentale). La lingua popolare latina acquisì facilmente quindi vocaboli celtici, che entrarono a far parte del dizionario dei popoli che poi divennero Italiani, Francesi e Spagnoli, nelle cui lingue si trova ancora un certo numero di parole con quella provenienza. Di origine incerta e' la scrittura ogamica usata dai Celti insulari. Creata per essere incisa su legno, essa e' formata da linee e da punti posti in rapporto ad una linea orizzontale, e da cinque simboli particolari per indicare i dittonghi. Le principali iscrizioni redatte con questo sistema sono databili al IV-VI sec. d.C. e testimoniano d'una fase della lingua irica ancora molto arcaica. La lingua Celta era veramente complessa e ricca, ma, per gli strani casi della storia, è scomparsa lasciando molte incognite e spazi oscuri sul suo complesso vocabolario e sulla sua struttura. L'orgoglio gallico, una volta sconfitti dai Latini, ha condotto i Galli ad emulare chi li aveva sconfitti, il fatto che nelle legioni romane, dove moltissimi Galli si erano arruolati, la lingua parlata obbligatoriamente fosse il Latino, portò a sostituire alla propria la lingua di chi li aveva battuti. Tornati a casa i legionari gallici diffondevano l'uso del Latino, fino a che, nel quinto secolo, erano sparite le tracce del Celtico, anche se molte parole erano state assorbite dal Latino ed erano entrate nell'uso corrente da parte delle popolazioni romane e romanizzate.  L'arrivo del Cristianesimo e il rifiuto, da parte della Chiesa di effettuare una traduzione della Bibbia in Celtico diedero il colpo di grazia ad una lingua che rimane a noi solo tramite gli sviluppi insulari, Irlandese e Scozzese. La comunità cristiana occidentale, decisamente latinocentrica, fu la componente decisiva nella latinizzazione dei Celti continentali occidentali che necessitavano della conoscenza del Latino per accedere alle sacre scritture, la grande somiglianza tra il Celtico ed il Latino diede ovviamente loro un grande aiuto. Il Latino parlato dai Galli non era certo quello classico, ma piuttosto una forma volgare contaminata da forme celtiche. Una caratteristica della lingua Celta era, come il Latino ed il Greco, il fatto che ci fossero le declinazioni (i vocaboli cambiano desinenza (parte terminale della parola) a seconda del caso: Nominativo, Genitivo, Dativo, accusativo, Vocativo, Locativo o Ablativo), ma già con la presenza dell'articolo, come in Greco.
Torna all'inizio pagina
sito curato da 
webmaster@melegnano.net
Home PageI Linguaggi