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Nel 1260 Ottone Visconti è
podestà di Novara, nel 1262 diventa Signore di Milano e ci resta
per 33 anni, fino alla morte, che sopravvenne che ne aveva 88, l'8 agosto
1295.
Il 21 gennaio 1277, tra le fortificazioni del borgo, ebbe luogo lo
scontro definitivo tra le forze dei Visconti e dei Torriani per il controllo
della città di Milano. La battaglia fu vinta da Ottone Visconti,
che divenne in tal modo signore di Milano, dando così inizio alla
dinastia viscontea che sarebbe durata fino al 1450.
Così ne parla Paolo Giovio: "Ottone,
figliuol di Uberto quel che aveva preso il nome da Ottone Asiatico
bisavolo suo, fu il primo che mise i fondamenti del nobilissimo principato.
Nacque egli nella villa d’ Invorio, appresso il Lago Maggiore, di chiaro
sangue, ma con poche facoltà; ritrovandosi talmente allora tanto
afflitto lo stato della famiglia, che tanti onorati baroni di quella
casa mantenevano la riputazione de’ loro maggiori solo colla signoria di
quattro e veramente ignobili ville. Erano queste Invorio, Massino, Vergano
ed Oleggio, Trovasi ancora, che Sultano Visconte comprò possessioni
assai grandi a Milano, fuori di porta Giobbia ( Porta Giobbia o Zovia per
esser stata al tempo de’ Romani dedicata a Giove). Per ciò che per
le continue scorrerie de’ Barbari, e sopra tutto per la guerra civile,
tutto lo stato di Lombardia era travagliato e abbattuto; perocchè
non è maraviglia se tante ricchezze ruinarono nella calamità
pubblica. Sono di quei che dicono che dalla sua natività, per le
maravigliose congiunzioni de’ pianeti, gli fu promesso signoria da’ matematici;
ma egli rifiutando affatto gli astrologi, scherzando, questo solo prese
per singolare augurio: ch’egli fosse venuto al mondo essendo un Visconte
piacentino podestà di Milano (il quale era allora magistrato di
suprema autorità), e trovandosi Imperatore Ottone (Ottone IV°
imperatore di Germania) Rilusse assai per tempo in lui, mentre era ancor
garzone, un ingegno gagliardo, altissimo ed ardente, e quel in che era
mirabile, temprato di grave prudenza. Aveva oltre di questo un’ eccellentissima
maestà di volto e di corpo; perciocchè egli era di statura
grande, e fermissima molto per la composizione de’ nervi, con un petto
largo e rilevato, occhi molto grandi e pieni di raggi, d’eloquenza illustre,
e, quando era bisogno ornata di esquisite lettere; di maniera che, piacendo
egli grandemente a ognuno, pareva ancora a lui, ch’egli fosse degno di
miglior fortuna." |