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Computers Gli imperatori del Sacro Romano Impero... 
scritto inedito di: Milost Della Grazia
Ottone I° e la dinastia sassone
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Corrado I di Franconia, ferito a morte nella lotta contro gli Ungari,  aveva designato come suo successore Enrico I di Sassonia, l’Uccellatore, primo rappresentante della dinastia sassone. Diventato re di Germania, Enrico I  fortificò le frontiere verso l’est, combattendo anche lui contro gli Ungari e contro gli Slavi, i quali erano ormai  arrivati a colonizzare un ampio territorio sulla sponda orientale dell’Elba, creando, dalla fusione di diversi villaggi slavi, una cittadina circondata  da pali, con funzione di centro commerciale (“berlo” in slavo arcaico equivale a  palo). Il nome Berlino non deriva quindi dal tedesco“ bern”, l’orso riportato nello stemma della città, ma da una radice paleoslava. Le prime notizie sui Sassoni le troviamo parlando delle guerre di espansione iniziate da Carlo Magno.  Queste tribù,  particolarmente selvagge, vivevano in quella parte della Germania oggi chiamata Bassa Sassonia  ( Niedersachsen ), dove sono poi sorte le città di Hannover, Brema ed Amburgo. Molto spesso varcavano il confine, compiendo ruberie, incendi e stragi, finchè i  Franchi decisero di sottometterli. La guerra durò molti anni, perché i Sassoni,  ripetutamente vinti, non mantenevano mai gli accordi,  per cui i Franchi, per piegare la loro resistenza, trasferirono decine di migliaia di Sassoni, con donne e bambini, in diverse zone della Gallia e della Germania, usando, contro i più ostinati, mezzi  atroci, come la decapitazione di migliaia di uomini in un solo giorno. Dopo trentatré anni di lotta dura e sanguinosa, la Sassonia divenne parte integrante del regno germanico (trattato di Verdun), per cui i Sassoni ed i Franchi formarono un unico popolo e l’imperatore Ludovico il Pio nominò margravio della Sassonia ( Mark = marca e Graf  = conte ), con il titolo di duca, Liudolfo, nonno di Enrico l’Uccellatore.
Il padre di Ottone I°, Enrico l’Uccellatore, ebbe quattro figli, la prima un femmina,  Attuide,  il primogenito maschio Ottone, nato nel 912,  poi due cadetti, Enrico, duca di Baviera e Brunone, che diventerà arcivescovo di Colonia. Morto il padre, Ottone, uomo forte ed intelligente, a 24 anni prese il suo posto, diventando il fondatore della dinastia sassone. Nel 961, a 49 anni, fu incoronato primo  imperatore del “Sacro Romano Impero di nazionalità germanica”, passando da un impero a carattere franco ad uno decisamente germanico. Come l’imperatore Costantino, come Clodoveo e come Carlo Magno, Ottone aveva intuito l’enorme potere della religione cristiana  quale mezzo  per cementare il suo regno.
Il papato a Roma, tra gli ultimi anni dell’800 e la metà del 900, stava attraversando un periodo di estremo degrado a causa delle lotte tra le famiglie nobili, con l’assassinio dei papi Giovanni VIII e Stefano VII, il quale, prima di essere ucciso, fece la tragicommedia di riesumare il cadavere di papa Formoso, per portarla in tribunale e condannarla, buttandola  poi nel Tevere, il tutto seguito da una serie di papi corrotti.  Ottone I,  con l’elezione di Leone VII, pose fine molto drasticamente a questa situazione e per un lungo periodo i papi furono eletti su indicazione dell’imperatore.
Impostato il risanamento della chiesa romana, Ottone si rese conto che il mezzo migliore per conservare l’unità del regno era utilizzare la Chiesa stessa come organismo di governo, affidando  tutta l’amministrazione all’episcopato. Naturalmente l’imperatore assegnava ai vescovi, in contropartita, ampi benefici, con interi distretti sotto la loro diretta amministrazione, con disponibilità di notevoli mezzi finanziari. La Chiesa tedesca faceva sempre capo alla Chiesa di Roma, ma il sovrano controllava personalmente la nomina dei vescovi. 
La scelta di Ottone fu molto astuta, se consideriamo che i vari duchi pretendevano l’ereditarietà dei vari benefici, mentre i vescovi non si sposavano e non avevano figli,  per cui, alla loro morte, tutti i benefici tornavano all’imperatore. Lottò energicamente contro i duchi, per lo più gente ignorante, presuntuosa ed inaffidabile, restringendo il loro potere e rinunciando alla loro collaborazione, mentre i vescovi erano colti e disponibili a privilegiare gli interessi dell’imperatore.
Ottone I consolidò ed estese il regno tutto intorno ai confini, obbligò al vassallaggio il duca di Polonia Miecislao,  di Boemia Boleslao, incorporando nel regno germanico il ducato slavo di Boemia, il re di Danimarca Harald, creando nel paese vescovadi e facendo battezzare lo stesso re. Nel  955 sul fiume Lech, nei pressi di Augusta,  riportò una memorabile vittoria contro gli Ungari, concludendo così un lungo periodo di invasioni e ricostituendo la marca di Carinzia (Oesterreich), già voluta da Carlo Magno. Si occupò anche del Friuli, vera marca orientale dell’impero, nella quale si poteva  controllare la cosiddetta “Porta d’Italia”, sul fiume Vipacco, nei presi di Gorizia, attraverso la quale passavano le scorrerie di Ungari, Unni e di Turchi. 
Fu in quel periodo che in Friuli vennero conferiti feudi con castelli a casati nobili tedeschi, agli Andechs,  Sponheim,  Peckau, Herbenstein, Eppenstein,  tutti castelli sulla linea Venzone, Gemona,  Tarcento,  Nimis,  Attimis,  Faedis e Cividale,  che offriva sicurezza ai transiti e si opponeva alle scorrerie, essendo in comunicazione tra di loro mediante segnalazioni con fuochi. 
Iniziava così con Ottone il famoso Drang nach Osten, cardine della politica germanica fino al secolo scorso. Per merito di Ottone la Germania si era elevata a grande potenza nel mondo cristiano occidentale ed Ottone, anziché concentrare la sua opera in Germania, fu spinto a farsi anche re d’Italia e nel 950 scese per la prima volta a Pavia,  facendosi incoronare re d’Italia, cercando così di  porre fine alle beghe tra Berengario II, nipote di Berengario I  e  Adelaide di Borgogna,  vedova di Lotario. Ritornò in Italia nel 962, sconfiggendo Berengario, che fu deposto ed esiliato in Germania. Aggregò il regno d’Italia  alla Germania, ricevendo dal papa Giovanni XII  la corona imperiale e in quella occasione promulgò il cosiddetto “Privilegium  Othonis”, in base al quale rivendicava il diritto dell’imperatore a pronunciarsi preventivamente  sulla scelta del pontefice, che era obbligato a giurare fedeltà all’imperatore ed aveva il divieto di eleggere imperatori non di stirpe germanica. Data la politica scandalosa del pontefice a Roma, stabilì in quella occasione  delle regole ben precise per l’elezione del pontefice, che non poteva essere eletto senza una conferma da parte dell’imperatore. Ottenne anche dai duchi di Benevento e di Capua il riconoscimento della sua autorità ed essi  si dichiararono suoi vassalli. Anche l’imperatore d’oriente gli riconobbe nel 972  il titolo imperiale e concesse sua figlia Teofane in moglie al figlio di Ottone.
Riprendendo le tradizioni carolingie, mirò ad affermare  sugli stati meridionali  la propria alta sovranità al posto di quella bizantina. L’unione da lui creata  tra Italia e Germania e l’imposizione dell’autorità dell’imperatore  nell’elezione del papa crearono  continue lotte tra il papa ed i comuni da un lato  e l’autorità imperiale dall’altro, lotte che furono la caratteristica della storia d’Italia e di e d’Europa per più di due secoli, dividendo il mondo di allora tra guelfi e ghibellini. I guelfi (in tedesco Welfen ) erano originariamente quelli che erano dalla parte dei duchi di Baviera contro gli Hohenstaufen, poi in Italia, i partigiani del papa contro quelli dell’imperatore, al contrario i ghibellini ( in tedesco Wibelingen  dal nome del castello Wibeling ).
Ottone I morì nel 973 e gli successe il figlio  Ottone II-
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