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Computers Gli imperatori del Sacro Romano Impero... 
scritto inedito di: Milost Della Grazia
CARLO MAGNO
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Carlo Magno, primo imperatore del Sacro Romano Impero
Carlo Magno era nato nel 742 ed ereditò il regno dal padre e dal fratello a ventisei anni. 
Gli storici del tempo lo descrivono come uomo imponente, alto un metro e novanta, con occhi grandi e vivaci, con folta capigliatura bionda ed una voce possente, requisiti  importanti per un capo, ma aveva un animo dolce e sensibile e fu visto piangere varie volte per la morte di un figlio o del famoso Rolando. Non fu mai un dotto, parlava una specie di dialetto tedesco, ma imparò anche il latino, che sapeva leggere ma non scrivere. 
Aveva un’ottima salute, i medici  gli avevano consigliata una certa dieta, ma odiava il cibo lessato,  era goloso di formaggio, una specie di Brie, di cui mangiava anche la crosta ammuffita, ma il suo piatto preferito era della buona selvaggina arrostita,.  L’aver avuto cinque mogli e numerose concubine dimostra la sua buona predisposizione per i piaceri del sesso ed ebbe infatti una ventina di figli, la maggior parte dei quali non superarono l’infanzia. 
Cogliendo l’occasione dei continui conflitti tra i Longobardi e Papato, ruppe l’alleanza con il re dei Longobardi Desiderio, del quale aveva sposato la figlia Ermengarda, ripudiandola  ( 771 ).
Scese in Italia, sconfisse i Longobardi alle Chiuse di Susa  (773), espugnò Pavia, dove si era rinchiuso per salvarsi il re Desiderio e Verona, dove era riparato suo figlio Adelchi. 
Desiderio morì prigioniero in Francia e con lui finiva la dominazione longobarda in Italia e Carlo nel 774 assunse anche il titolo di re dei Longobardi. Nel  776 il duca del Friuli Rotgaudo, che già si era battuto contro Carlo a Pavia ed a Verona in aiuto di Desiderio, approfittando del fatto che Carlo era impegnato contro i Sassoni, si riorganizzò per combattere contro i Franchi e rimettere sul trono il figlio di Desiderio, Adelchi. 
Ma Carlo Magno, battuti i Sassoni, sconfisse definitivamente il duca longobardo Rotgaudo nei pressi del fiume Brenta e lo stesso duca morì sul campo di battaglia. Carlo Magno si spinse fino a Cividale del Friuli per reprimere gli ultimi Longobardi, dando un feudo ad ogni suo seguace. 
Il confine della marca orientale, di cui il Friuli era parte integrante, fu portato al fiume Sava 
Come imperatore aveva una grande capacità organizzativa e la sua politica era basata su tre punti: Continue guerre di espansione, perché lo stato non aveva soldi, le tasse non bastavano, anche per lo scarso numero di abitanti e solo con i bottini delle guerre poteva pagare i suoi soldati ed i suoi amministratori. 
L’impero aveva una struttura  amministrativa centralizzata a piramide, al cui vertice stava l’imperatore, che comandava su tutti per volere divino. 
Terzo punto era il rafforzamento dei rapporti con la chiesa, con la finalità di una  possibile  restaurazione dell’impero d’occidente.
Il territorio tedesco, corrispondente all’attuale Germania, a quei tempi era diviso in decine di piccoli staterelli  e Carlo  attuò la sua  politica espansionistica conquistando nel 788 la Carinzia e la Baviera, dove regnava il duca Tassilone II,  praticamente senza combattere, perchè i Bavaresi, quando videro  l’esercito di Carlo, si arresero subito, sconfisse e sottomise gli Avari, scatenò una sanguinosa guerra contro i Sassoni, annettendosi la Frisia e la Sassonia nel 799. 
Fallì solo nel tentativo di attaccare gli Arabi in Spagna, perché i vari emiri organizzati tra di loro, gli impedirono di occupare Saragozza, anche perché i cristiani che vivevano in Spagna come sudditi degli Arabi non dimostrarono alcun interesse ad essere liberati.
Sulla strada del ritorno, in una stretta gola di Roncisvalle nei Pirenei, subì l’unica sconfitta e la sua retroguardia, appesantita dai carri colmi di bottini, fu massacrata non dagli Arabi, ma dai Baschi. Morì anche il nipote di Carlo, il famoso Rolando e la sua morte fu poi enfatizzata dai poeti e dalle leggende. Successivamente i Franchi riuscirono ad annettere all’impero anche la Catalogna con Barcellona, ma Carlo Magno non mise più piede in Spagna..
Con la Chiesa di Roma gli piaceva assumere  la parte di difensore del cattolicesimo e del papato, con il quale migliorò sempre più i suoi rapporti, anche quando l’imperatrice Irene aveva assunto la reggenza per il figlio minorenne Costantino IV. Carlo per un momento pensò di sposarla , ma poi, in previsione della sua incoronazione ad imperatore, volle evitare uno scontro con Bisanzio e  preferì arrivare ad un accordo con l’impero d’oriente,  lasciando ai bizantini Venezia, l’Istria, la Dalmazia e tutta l’Italia  meridionale, ad eccezione del ducato di Benevento.
Per alimentare l’ideologia imperiale promosse lo studio dei testi classici, concentrando nella “Schola palatina” alcuni dei maggiori ingegni del tempo, come Paolo Diacono ed il teologo Rabano Mauro e portò la capitale ad Aquisgrana  (oggi Aachen), città della Renania settentrionale, dove vivevano i suoi amministratori. Viveva nel palazzo reale insieme ai suoi compagni, chiamati paladini, un palazzo reale ben lontano dai fasti di Bisanzio e l’unico lusso che si era concesso erano le terme. Ogni giorno faceva un bel bagno caldo insieme ai figli, agli amici, continuando a discutere di politica con gli amici, di teologia con Alcuino di York, immerso anche lui nell’acqua calda. 
I conti  (“da comites”) governavano le varie province, i territori di confine, detti marche, erano in mano ai marchesi, con un esercito particolarmente addestrato e forte..
I  “missi dominici “ erano funzionari, particolarmente affidabili, incaricati di sorvegliare, viaggiando continuamente, conti e marchesi, riferendo poi personalmente a Carlo.
La vera forza dello stato erano i cavalieri franchi, che vivevano insieme all’imperatore nel palazzo reale, una specie di accampamento. L’impero aveva poche vere città e la popolazione viveva prevalentemente in campagna, circolava pochissimo danaro perché il commercio era in mano agli Arabi e Carlo non possedeva una flotta.
I vari conti e marchesi non erano pagati, vivevano con quello che fruttava la loro terra, fornendo in cambio soldati. L’unica vera ricchezza erano le guerre con i saccheggi ed i ricchi bottini e questa mancanza di danaro era il punto debole dello stato.
Il fatto di essere cristiano e di aver combattuto contro i mussulmani in Spagna faceva di Carlo
il grande difensore della fede ed  aprì la via alla restaurazione dell’impero romano d’occidente.
La notte di Natale dell’ anno 800  il papa Leone III  incoronò Carlo imperatore del Sacro Romano Impero. 
Al giorno d’oggi la figura e la politica di Carlo Magno sarebbe stata duramente criticata, perchè Carlo era il protettore di un papa come Leone III, uomo dalla condotta scandalosa, puttaniere  impenitente, accusato di simonia, di fornicazione e di violenza, ma, non ostante tutto, era pur sempre il papa e soltanto lui poteva dare a Carlo quello che  veramente voleva. 
Carlo arrivò a Roma il 23 novembre dell’800 ed il papa gli andò incontro con un cerimoniale fastoso mai visto prima, per impressionarlo, perché l’incoronazione era un atto voluto soprattutto da lui, che aveva bisogno di un santo protettore . Carlo ebbe probabilmente in quei momenti  qualche dubbio se era proprio il caso di prendersi una responsabilità simile, di fare il protettore del papa e della fede di fronte a tutto il mondo. Sembra che alla fine della cerimonia Carlo fosse  piuttosto irritato, perché aveva avuto l’impressione che il papa, con una cerimonia così fastosa, avesse voluto sottolineare la superiorità della Chiesa sull’Impero.
Quando la notizia dell’incoronazione e della rinascita dell’impero romano d’occidente giunse a Bisanzio fu commentata con disprezzo e gli snob pensarono che l’unico imperatore era quello di Bisanzio e che Carlo Magno era soltanto un piccolo re selvaggio che regnava su uomini ancora più selvaggi di lui. 
Morì a settantadue anni, una età abbastanza rispettabile per quei tempi, ma avrebbe potuto vivere più a lungo, non ostante la gotta che lo tormentava, se fosse stato un po’ più prudente ed avesse dato ascolto ai medici.che cercavano di curare la sua gotta e sapevano che soffriva per una pleurite malamente curata. 
In una fredda e nebbiosa mattinata invernale andò a caccia per i boschi, inseguendo a lungo un grosso cervo. Perse di vista i suoi compagni e, stanco per la lunga cavalcata, cadde a terra, senza che qualcuno lo potesse aiutare. Lo trovarono dopo qualche ora ai piedi di un albero, intirizzito e stremato. Trasportato al palazzo reale, lo misero a letto, febbricitante e con un forte dolore al fianco sinistro, probabilmente una riacutizzazione della vecchia pleurite. 
Si comportò con la malattia come aveva sempre fatto con il nemico, duramente e volle punire il corpo malato, che lo stava tradendo, con un lungo  digiuno,  ingerendo per qualche giorno
soltanto delle bevande. Passava il tempo pregando, infastidito dai medici che gli ronzavano intorno,  dandogli consigli. Probabilmente voleva soltanto starsene tranquillo a pensare ai momenti felici  della sua vita, perché aveva capito che stava morendo. Anche questa volta aveva ragione ed alle nove del mattino del 28 gennaio del 814, tutto solo, chiuse gli occhi dopo quarantasette anni del suo regno.
Nel 806 aveva già diviso il suo impero tra i suoi tre figli, ma due morirono prima di lui e nell’813 incoronò come imperatore suo successore Ludovico il Pio, l’unico figlio che gli era rimasto,  questa volta non a Roma, ma a casa sua ad Aquisgrana, con una cerimonia molto più modesta.
L’impero di Carlo Magno fu l’opera di un solo uomo, che mise ordine nel caos del medioevo, un impero allora senza radici storiche, ma soltanto una unificazione della cristianità, che durerà fino all’ultimo imperatore, rovesciato nel 1806 dal vento della rivoluzione francese.
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