Diventò
prevosto nel 1450 e fu alla carica prepositurale per cinque anni. Ebbe
un carattere piuttosto buono: era già sacerdote prima della fondazione
della parrocchia di Melegnano perché aveva la cura pastorale come
rettore di tre chiesette: San Materno al Castelvecchio,
Sant’Antonino di Colturano, San Pietro di Vizzolo.
In pratica, accanto
alla cura spirituale di queste tre comunità, don Donato Farisei
percepiva il beneficio, cioè godeva di un’entrata finanziaria che
gli permetteva di fare il sacerdote in cura d'anime. Non doveva essere
difficile per lui, dal momento che le tre comunità erano assai vicine:
difatti la chiesa di San Materno al Castelvecchio sorgeva sull’area dove
attualmente è il cimitero comunale, quindi piuttosto addossata al
territorio sia di Vizzolo sia di Colturano. La sua posizione sacerdotale
sembrava tranquilla quando invece fu coinvolto nelle pratiche di unione
delle sue tre chiese alla parrocchia di San Giovanni Battista. Don Farisei
non si oppose in linea di principio; anzi pensò bene di rinunciare
al beneficio delle tre chiese e di accettare il fatto compiuto: meglio
la concordia che la lite su una questione spinosa. Don Donato Farisei ebbe
tuttavia una buona sorte: fu nominato cappellano della chiesa di San Giovanni
come uno dei tre coadiutori curati, e nello stesso tempo gli veniva concessa
la rendita ancora delle sue ex tre chiesette più una certa somma
per pareggiare lo stipendio che prendevano gli altri due cappellani. Infine
fu nominato prevosto di Melegnano con istrumento notarile rogato il 16
aprile 1450 dal notaio Giovanni de Variso di Milano, presentato a don Davide
de Lanteriis, canonico di Como, perito in diritto civile e canonico, e
vicario generale dell’arcivescovo di Milano. |